Assegno di garanzia: cos’è e perché è importante per i giovani
Assegno di garanzia: cos’è e perché è importante per i giovani
Non solo occupazione giovanile. Nella due giorni di incontri tra Governo e sindacati al Ministero del Lavoro si è parlato anche delle pensioni dei giovani. Con l’ipotesi di introdurre un assegno di garanzia.
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Assegno di Garanzia: la proposta
Il Governo starebbe puntando ad aggirare il sistema interamente contributivo a cui sono soggetti i giovani con l’introduzione di un assegno di garanzia di 600 – 620 euro. A questa cifra si arriverebbe sommando pensione contributiva ed assegno sociale che, oggi, ammonta a 448 euro. Abbassando, chiaramente, il calcolo del trattamento pensionistico minimo maturato da 1,5 a 1,2 volte.
Detto in altre parole, come ricorda l’Ansa, la proposta mira a consentire ai giovani di andare in pensione prima dei 70 anni con 20 anni di contributi avendo maturato un trattamento pari a 1,2 volte l’assegno sociale. Ciò, in teoria, dovrebbe tutelare anche quei giovani che hanno avuto carriere discontinue.
Già dal Meeting di CL a Rimini, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti aveva avanzato l’ipotesi di una “pensione di garanzia” per i giovani. A margine dell’incontro, ha parlato di “clima positivo”.
Soddisfatti, almeno per il momento, i sindacati. “Abbiamo registrato una disponibilità del governo ad affrontare i temi legati alla prospettiva previdenziale per i giovani e alla previdenza complementare”, ha affermato Susanna Camusso (Cgil).
Più contenuta la soddisfazione di Cisl e Uil. Per Maurizio Petriccioli (Cisl), si tratta di “ipotesi positive, ma non ancora sufficienti per tenere insieme, secondo lo spirito dell’intesa del 28 settembre 2016, il necessario ripristino delle condizioni di flessibilità nell’accesso al pensionamento con il tema dell’adeguatezza dei trattamenti pensionistici”. Anche Maurizio Barbagallo (Uil) sottolinea lo “sforzo da parte del ministero di individuare la possibilità di un nuovo meccanismo che riguarda i coefficienti”. Il segretario della Uil, poi, auspica che si arrivi “ad una soluzione entro il mese di settembre anche perché ad ottobre sarà presentata la finanziaria al Parlamento”.
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Assegno di Garanzia e pensioni, resta il nodo dell’aspettativa di vita
Due, infatti, sono i nodi ancora da sciogliere. Uno riguarda il rapporto pensione-aspettativa di vita. Un tema sul quale, il governo ancora non si è pronunciato. In attesa dei dati Istat di settembre. A tal proposito, Camusso ha parlato di “reticenza” dell’esecutivo. Petriccioli, invece, ha sollecitato il governo ad agire anche in tal senso. Oltre che alla rimozione dei vincoli che, nel sistema contributivo, consentono il pensionamento a 63 anni e 7 mesi.
Dal ministero, però, rassicurano. “La discussione continuerà nei prossimi giorni” ha affermato Poletti, ricordando i prossimi incontri con le parti sindacali. Il 5 settembre si parlerà ancora di lavoro, il 7 di pensioni e donne mentre il 13 dell’Ape sociale.