Legge di Bilancio 2018: novità e risorse disponibili, la guida
Con l’arrivo di settembre, una nuova partita si apre per l’esecutivo. Una delle ultime prima del voto. Nell’agenda del governo Gentiloni, infatti, occupa una posizione di rilievo la Legge di Bilancio. Il governo si appresta a studiarla già dall’inizio di settimana prossima. Nulla di certo, ancora, ma le indiscrezioni su cosa potrà riguardare si fanno sempre più insistenti. Tra le novità, il taglio della spesa pubblica, le misure che riguardano l’occupazione giovanile passando per l’inclusione sociale.
Legge di Bilancio, cura dimagrante per la Pubblica amministrazione
Probabile un taglio della spesa pubblica per il biennio 2018-2020. La cura dimagrante riguarderà soprattutto i dicasteri, che dovranno risparmiare circa un miliardo. Tra questi, riportano diversi organi di stampa, quello in cui la riduzione dei fondi si farà sentire di più sarà il Ministero dell’Economia. Via XX Settembre dovrà rinunciare a 510 milioni già nel 2018, che diventeranno 503 nel 2019 e 610 nel 2020.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER
Lo segue, a poca distanza, il Ministero delle Infrastrutture. Porta Pia rinuncerà a 127 milioni l’anno prossimo, a 122 fra due anni e a 120 nel 2020. Quindi, il Ministero dell’Università e della Ricerca, perderà nei prossimi tre anni 272 milioni; mentre quello del Lavoro lascerà su campo 259 milioni in un triennio.
Legge di Bilancio, sul fronte occupazione giovanile ipotesi decontribuzione
Decontribuzione al 50% per chi assume senza licenziare è l’ipotesi attraverso cui il Ministero del Lavoro intende rilanciare l’occupazione giovanile. Un obiettivo più volte dichiarato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ma anche dal suo omologo del Lavoro, Giuliano Poletti. Del piano da 2 miliardi, che mira a creare 300 mila posti di lavoro, ve ne abbiamo già parlato più dettagliatamente in settimana, con un nostro articolo.
Così come delle misure in termini di pensioni per i giovani. Riassumendo quanto è sul tavolo delle trattative tra sindacati e governo, l’ipotesi più plausibile è quello di un assegno di garanzia. Ovvero una pensione di 600-620 euro sommando l’assegno sociale e quanto versato tramite il sistema contributivo.
ISCRIVITI AL NOSTRO FORUM CLICCANDO SU QUESTO LINK
Così i giovani potrebbero andare in pensione a 67 anni sfuggendo alla morsa e alle penalizzazioni che gli deriverebbero dal sistema contributivo. Un’idea che non dispiace ai sindacati, ma sulla quale altri confronti con l’esecutivo si terranno in settimana.
Legge di Bilancio, ci saranno le misure del Reddito di inclusione
Infine, anche le misure per il rilancio dell’inclusione sociale dovrebbero essere prese in considerazione nella prossima Legge di Bilancio. A maggior ragione dopo il via libera del Cdm del 29 agosto al decreto legislativo che introduce il Rei. Il Reddito di inclusione destinato alle famiglie che hanno un reddito inferiore ai 6 mila euro l’anno, a partire dal 1° gennaio 2018. Si tratterà di un assegno mensile, che varierà dai 190 ai 490 euro al mese.
“Cercheremo di introdurre nella prossima legge di bilancio ulteriori passi nella lotta alla povertà” ha, infatti, spiegato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a margine della visita del centro Caritas di via Casilina, a Roma.