Pensioni ultime notizie: Ape volontaria e decreto, mancano le convenzioni
Ancora le pensioni al centro del dibattito politico. Le ultime notizie sul decreto di Ape volontaria non sono particolarmente positive. Secondo le ultime indiscrezioni trapelate mancano ancora gli accordi definitivi con banche e assicurazioni. Questi soggetti devono rispettivamente finanziare l’anticipo e garantire la copertura in caso di decesso del pensionato. Il decreto dovrebbe essere firmato a breve, ma restano forti i dubbi sull’effettiva attuazione della misura entro il mese di settembre. Intanto tra Governo e sindacati continuano le trattative sul fronte pensione anticipata 2018.
Pensioni ultime notizie: Ape volontaria, problema convenzioni
L’anticipo di mercato a differenza dell’Ape social non è garantito dallo stato. Quindi il lavoratore interessato deve stipulare un vero e proprio prestito ventennale. A questo punto entrano in gioco istituti di credito e assicurazione che sono parte integrante della manovra. Secondo le ultime novità non è stato ancora siglato l’accordo definitivo. In termini tecnici si parla di convenzione con Abi e Ania. Il primo ente deve anticipare i soldi, mentre il secondo assicurare la copertura in caso di decesso. Infatti nel caso in cui il pensionato muoia prima dell’estinzione il debito non ricadrà sugli eredi.
Pensioni ultime notizie: decreto a settembre, forti dubbi
Aumentano ulteriormente i dubbi sull’effettivo via libera al decreto che non è stato ancora firmato dal premier Gentiloni. Dopo questo passaggio il testo andrà alla Corte dei Conti e successivamente in Gazzetta Ufficiale. Di conseguenza l’Inps diramerà una circolare per spiegare come fare domanda. Sui tempi effettivi emergono forti dubbi perché il precedente non è favorevole. I decreti per Ape social e Quota 41 hanno visto un’attesa di circa tre settimane tra la firma e l’entrata in vigore.
Pensioni ultime notizie: slitta tutto a ottobre?
Calendario alla mano ci sono speranze di veder partire la misura attesa da circa 160 mila lavoratori a settembre. Questo però solo se il Consiglio dei Ministri licenzierà il testo entro la prima settimana del mese in corso. Diversamente il tutto slitterà in modo inevitabile al mese di ottobre dopo che il decreto è già in ritardo di 5 mesi rispetto a quanto annunciato. I prossimi giorni saranno decisivi.
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