Vitalizi parlamentari: ddl Richetti incostituzionale, Bisignani contro il parlamento
Vitalizi parlamentari: ddl Richetti incostituzionale, Bisignani contro il parlamento
Una delle penne di spicco de Il Tempo, Luigi Bisignani, “affonda” il disegno di legge a firma Richetti sulla riduzione dei vitalizi. Un affondo che non si basa su un giudizio personale, bensì su indiscrezioni di palazzo. Il ddl contro i vitalizi sarebbe incostituzionale e presenterebbe un vizio procedurale. Vediamo, nello specifico, cosa osserva Bisignani.
Vitalizi parlamentari: l’editoriale di Bisignani contro il ddl Richetti
Luigi Bisignani scrive le seguenti parole nel suo editoriale per Il Tempo;
“I vitalizi agli ex parlamentari resisteranno all’assalto grillino e dei media. Nel telefono senza fili che corre tra i palazzi del potere, la Corte Costituzionale ha già fatto sapere, riservatamente, alle più alte cariche dello Stato che la legge per l’abolizione dei vitalizi ha dei profili di incostituzionalità (…) “qualora il Parlamento volesse intervenire in materia, fa osservare che la sola via percorribile è la cosiddetta ‘autodichia’, la prerogativa delle Camere di poter decidere autonomamente sullo stato giuridico ed economico dei propri componenti e dipendenti. Così non si entrerebbe in contrasto con la disciplina generale delle pensioni. Inoltre, l’applicazione a livello nazionale della legge potrebbe costituire un precedente per il ricalcolo col sistema contributivo, di tutte le pensioni oggi in essere, rischiando di provocare una vera e propria ‘macelleria sociale”
Per sapere di più sulla poco nota autodichia, potete leggere questa interessante e significativa intervista. In sintesi, la Costituzione conferisce poteri ben specifici ai due rami del Parlamento. Gli organi centrali di Camera e Senato sarebbero i due Uffici di Presidenza. Questi, con una delibera ad hoc, avrebbero potuto portare allo stesso risultato e senza vizi di forma.
Vitalizi parlamentari: corsa alla paternità
Nonostante il ddl abbia la firma di Matteo Richetti, deputato del Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle assicura che la loro pressione sia stata decisiva, per portare il disegno di legge in aula. Pochi mesi fa, il PD si è rifiutato di votare la proposta – a prima firma Lombardi (M5S) di dimezzamento degli stipendi parlamentari; il PD tacciò i pentastellati di populisti e demagoghi.