Mensa scolastica: il 48% degli alunni non ha accesso, report per province
Mensa scolastica: il 48% degli alunni non ha accesso, report per province
In 8 regioni italiane un bambino su due non ha accesso al servizio mensa. E’ quanto emerge dal report “(Non) Tutti a Mensa 2017″, indagine di Save The Children pubblicata alla vigilia del nuovo anno scolastico. L’Ong ha preso in considerazione 45 comuni capoluoghi di provincia con più di 100.000 abitanti, analizzando anche gli aspetti trasversali del servizio come, ad esempio, l’integrazione e l’educazione alimentare. In Italia, sono 2,5 milioni gli alunni che ogni anno usufruiscono della mensa, pari a 380 milioni di pasti l’anno. Ma sono tante le disparità tra le regioni, sia in relazione al servizio sia per quanto riguarda le tariffe.
Mensa scolastica: forte disparità tra le regioni italiane
L’assenza di regole condivise contribuisce all’ampia disparità nelle modalità di accesso e di erogazione del servizio. Secondo la normativa vigente, infatti, la mensa è un servizio a domanda individuale, che dunque può essere o non essere garantito dai comuni, compatibilmente con le loro esigenze di bilancio. Forti, dunque, le disparità nel nostro Paese. Secondo i dati del Miur, infatti, anche quest’anno confermano un’altissima percentuale di alunni che non usufruiscono della mensa al Sud, con picchi in Sicilia (80,04%), Puglia (73,10%), Molise (69,34%), Campania (64,58%) e Calabria (63,11%).
Inoltre, quando disponibile, il servizio non sempre è erogato attraverso appositi refettori. Il dato nazionale ci riporta una situazione allarmante: il locale della mensa manca nel 23% delle scuole che erogano il servizio di ristorazione.
Mensa scolastica: tariffe e esenzione
Le disparità tra Nord e Sud si ripercuotono anche sulle tariffe. I comuni di Bergamo, Forlì e Parma riferiscono di caricare circa il 100% del costo sulle famiglie, mentre il minimo riferito riguarda i comuni di Bari (30%), Cagliari, Napoli e Perugia (35%).
La stessa disparità tra comune e comune si conferma anche quest’anno per le tariffe minime e massime. Si passa, infatti, da una tariffa massima di 2,3 euro a Catania a quella di 7,28 euro a Ferrara, da una minima di 0,3 euro a Palermo a una tariffa minima molto più alta di 6 euro a Rimini. Sono 11, invece, i comuni che non prevedono l’esenzione totale dal pagamento della retta delle mense scolastiche. Infine, è molto comune escludere dalle riduzioni o esenzioni – a prescindere dall’ISEE e dalle indicazioni dei servizi sociali – i bambini non residenti nel comune.
Mensa scolastica: esclusione
Il problema della morosità dei genitori è poi al centro di numerose polemiche. Alcuni comuni, infatti, hanno deciso di escludere dal servizi i bambini “non in regola” con i pagamenti. Altri, invece, hanno deciso di non ammettere i bambini al successivo anno scolastico. Tuttavia – conclude Save The Children – non sembrerebbe esserci un’associazione significativa tra politiche di esclusione e il tasso di morosità. L’esclusione dei bambini, infatti, non sembrerebbe spingere le famiglie a saldare il debito. Anche in questo casa, però, l’esclusione o meno dal servizio rimane a discrezione della scuola, un provvedimento che però dovrebbe essere regolato quanto meno a livello nazionale.
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