Rinnovo contratto statali: clausola contro i ricorsi, Aran-sindacati alle strette
Rinnovo contratto statali: clausola contro i ricorsi, Aran-sindacati alle strette.
Nei prossimi giorni il governo sarà chiamato a un appuntamento importante. Sul fronte rinnovo contratto statali il fulcro centrale saranno le risorse. Oltre alla nuova normativa disciplinare. Nonostante si discuta ancora sulle nuove norme relative a permessi, assenze e malattie, sono i soldi da stanziare a preoccupare le parti interessate. Soprattutto perché quei soldi ancora non ci sono. O almeno, non ci sono tutti. Ma a far discutere negli ultimi giorni è anche la clausola contro i ricorsi. Pensata appositamente per contrastare il fenomeno dell’assenteismo. Ma anche per ridurre i tempi delle cosiddette sanzioni. Che verrebbero concordate tra soggetto sanzionabile e datore di lavoro.
Rinnovo contratto statali: clausola anti ricorsi, ultime novità
Non si tratta ancora nulla di definitivo, ma nel nuovo contratto statali potrebbe spuntare una clausola contro i ricorsi. Dal punto di vista normativo si parla soprattutto di regolamentazione dell’utilizzo dei permessi, con un preavviso di 3 giorni, salvo casi urgenti. Questione che fa discutere i sindacati. Perché si ha come l’impressione di diffamare i pubblici dipendenti, generalizzandoli in una schiera di comportamenti scorretti.
La clausola contro i ricorsi, invece, è ancora in fase embrionale. E si dovrebbe discutere nei prossimi giorni tra la rappresentanza del governo guidata dall’Aran e i sindacati. A tal proposito si parla di “determinazione concordata dalla sanzione”. Questa prevede infatti procedure di conciliazione tra soggetto sanzionabile e datore di lavoro. Le “punizioni” andrebbero da un semplice rimprovero alla sospensione del servizio senza stipendio. Il licenziamento, invece, è trattato come caso a parte e non sarà incluso tra le suddette sanzioni. I soggetti alla sanzione, infine, non potranno impugnare la causa ed effettuare ricorsi. Di qui il comune accordo con il responsabile del provvedimento disciplinare sulla sanzione.
Rinnovo contratto statali: nodo risorse, ultime notizie
A tenere banco ancora il nodo risorse. Soprattutto perché non si hanno novità in tal senso. Stando alle ultime notizie, il governo sta cercando il modo di reperire la terza tranche da 1,5-1,6 miliardi di euro. Necessari per l’aumento stipendiale di 85 euro mensili lordi. Attualmente i fondi messi a disposizione per la copertura, ammonterebbero a circa 37 euro a testa. Troppo pochi per tener fede alle promesse fatte lo scorso novembre dal governo. L’intenzione è quella di chiudere entro la fine dell’anno, in modo tale da far scattare gli aumenti salariali a inizio 2018. Ma la partita si deve ancora giocare e il risultato resta incerto. Soprattutto se si considera che da salvare c’è anche il bonus Renzi di 80 euro. Bonus che molti dipendenti potrebbero veder sacrificato sull’altare degli scatti stipendiali.
Rinnovo contratto statali e scuola: le preoccupazioni dei sindacati
I sindacati temono un ulteriore blocco degli incontri e dei confronti sul rinnovo contratto statali. Preoccupa il silenzio da parte del governo sul fronte risorse. Ma sotto questo aspetto bisognerà aspettare il ministero dell’Economia e la nuova Manovra di Bilancio, che deciderà quante e quali risorse stanziare per il contratto. Secondo le ultime voci, il 20 settembre dovrebbe essere il giorno del DEF. Ma la mancanza di convocazioni e di notizie sugli aumenti preoccupa i sindacati, che lanciano un allarme.
Dopo lo scorso incontro del 28 agosto, la Cisl ha espresso la propria preoccupazione con una lettera indirizzata al governo e in particolare al ministro PA Marianna Madia. “Chiediamo un nuovo incontro urgente al ministro Madia per verificare la reale volontà del governo riguardo i contenuti dell’accordo firmato lo scorso 30 novembre”, il contenuto della lettera. Ci sono ancora molti nodi da sciogliere e a oggi restano ancora insoluti. Da qui, la forte preoccupazione delle principali sigle sindacali. Queste ultime hanno infatti chiesto garanzie riguardanti le “risorse da destinare al contratto, facendo salvo il bonus 80 euro e inserendo anche nella Pubblica Amministrazione il welfare aziendale”. Seguiranno aggiornamenti.
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