Prezzo petrolio: calo dopo test Corea, come andrà in futuro?
Le ragioni dietro alle fibrillazioni del prezzo del petrolio sono molteplici. Normalmente riguardano il livello delle scorte, la produzione sia nei Paesi OCSE sia negli altri, gli accordi tra i produttori stessi, naturalmente la domanda mondiale, influenzata dalle dinamiche dell’economia.
Tuttavia ultimamente era raro che gli eventi di politica estera fossero altrettanto influenti. Ci si ricorda della guerra del Golfo e del blocco dei Paesi arabi negli anni ’70, ma questi erano fatti che avvenivano in aree che producevano petrolio.
Ora invece siamo di fronte a venti di guerra provenienti da un’area, quella coreana, in cui non viene trivellato greggio, e che tuttavia tiene il mondo in allerta. Fino a divenire la principale causa per l’ultimo calo del prezzo del petrolio, che si è portato sul 52,45 per quanto riguarda il Brent, e sul 47,41 per il Wti.
Prezzo petrolio, per gli investitori diventa più attrattivo l’oro
Il meccanismo tramite il quale gli esperimenti missilistici nordcoreani hanno provocato un movimento del prezzo del greggio è quello della sostituzione degli investimenti. Molti operatori hanno deciso di abbandonare il mercato del petrolio per rifugiarsi nell’oro, come sempre accade nei casi di incertezza. O in altri beni rifugio tra cui per esempio lo yen giapponese che si è rafforzato.
D’altronde in caso di conflitto sarebbe colpito il 34% del commercio marittimo di petrolio, quello con Cina, Giappone, Sud Corea
I dati dei prossimi giorni relativi alle scorte, si del American Petroleum Institute, sia del EIA. Ma a influenzare questi dati ci saranno anche le conseguenze dell’uragano Irma che sta colpendo un’area che va dalle isole dei Caraibi alla Florida. Era già accaduto nelle scorse settimane. La tempesta formatasi nel Golfo del Messico aveva influenzato i movimenti del mercato petrolifero a causa dell’impatto sui pozzi texani.