Cariche Europarlamento: Schulz presidente, a rischio vicepresidenza M5S
Oggi i 751 deputati dell’Europarlamento hanno eletto il proprio Presidente: è il tedesco Martin Schulz. Dopo il suo insediamento comprensivo di relativo discorso, si voterà anche per nominare 14 vicepresidenti e 5 questori.
I candidati alla carica di Presidente del Parlamento Europeo erano quattro: la verde Ulrike Lunacek ha ottenuto 51 voti come Pablo Iglesias, candidato per la Sinistra Unitaria; il conservatore Sajjad Karim ha potuto contare su 101 preferenze. Ma il più accreditato è rimasto fino all’ultimo il socialista Martin Schulz, Presidente uscente. La “grande coalizione” formata dai maggiori gruppi del Parlamento, cioè Popolari (221 deputati) e Socialisti&Democratici (191 deputati) – inaugurata dall’accordo sull’indicazione di Juncker, un popolare, alla Presidenza della Commissione Europea, la cui elezione è attesa per il 16 Luglio – ha retto. Il risultato era scontato, si attendevano 479 voti: Schulz è stato eletto con 409, ne sarebbero bastati solo 376. “Franchi tiratori” avrebbero potuto comunque guastare questo “gioco a incastro” approfittando dello scrutinio segreto: Beatrix Von Storch, parlamentare di “Alternativa per la Germania”, ha chiesto il voto palese nell’elezione del presidente dell’Europarlamento ricordando che Schulz è stato accusato di aver “abusato” dei fondi del Parlamento Europeo per la sua campagna elettorale. Richiesta respinta dal presidente ad interim, Gianni Pittella.
Il gruppo dei S&D si è impegnato a sostenere Juncker a fronte dell’appoggio alla rielezione di Schulz: i “tedeschi” riportano così il primo successo europeo visto che, guardando i numeri, il Presidente del Parlamento sarebbe dovuto toccare al Pd, primo partito all’interno del gruppo dei S&D. Renzi ha tuttavia confermato il proprio appoggio al “fronte comune” anti-euroscettici in base all’approvazione di un pacchetto che consenta maggiore flessibilità sul patto di bilancio. oltre al fatto che la diplomazia dell’Ue dovrebbe passare nelle mani della “socialista” Federica Mogherini.
Oggi è stato il “primo giorno” in Europa anche per i 17 eurodeputati “a cinque stelle” – annunciata pure la presenza di Beppe Grillo che dovrebbe incontrare l’alleato Farage. Gli eurodeputati del Movimento Cinque Stelle hanno seguito i deputati dell’Ukip quando questi ultimi hanno voltato le spalle all’orchestra che eseguiva l’inno alla gioia di Beethoven, inno dell’Unione Europea.
Per i deputati del movimento già oggi alle 15, quando si procederà alla votazione dei vicepresidenti dell’Eurocamera, potrebbe scattare la prima trappola della “grosse koalition”. Infatti Fabio Massimo Castaldo, 27 anni ex collaboratore di Paola Taverna, candidato alla vicepresidenza per il gruppo EFDD (Europa della libertà e della Democrazia diretta) potrebbe essere fatto fuori in base al meccanismo con cui i vicepresidenti vengono nominati.
Solitamente il numero dei candidati alla vicepresidenza è esattamente pari al numero di posti (quattordici) disponibili: questi ultimi quindi vengono eletti per acclamazione e con un voto solo sull’ordine di precedenza. Questa volta però i liberali avrebbero intenzione di presentare un candidato in più rispetto alla loro quota naturale sul quale confluirebbero i voti di popolari e socialisti: in base al meccanismo di assegnazione dei seggi utilizzato, il metodo D’Hondt, il candidato pentastellato verrebbe escluso dalla corsa per una poltrona da vicepresidente.