Legge contro propaganda fascista e nazista approda alla Camera
Legge contro propaganda fascista e nazista approda alla Camera
Dopo la lunga pausa estiva, riprendono i lavori alla Camera. Questo martedì è prevista l’approvazione del disegno di legge contro la propaganda fascista e nazista, che vede come primo firmatario il deputato del Pd Emanuele Fiano. Il ddl dovrebbe essere approvato tra oggi e domani.
Legge propaganda fascista e nazista: la proposta
Il provvedimento inserisce nel codice penale l’articolo 293 bis e pene da sei mesi a due anni per chi faccia propaganda con immagini fasciste o naziste. Se il reato è commesso usando Internet e strumenti telematici, le pene aumentano di un terzo.
Intanto salta la “mancia su Roma” organizzata da Forza Nuova. La manifestazione era stata indetta per “dire no allo ius soli e fermare le violenze e gli stupri degli immigrati” ed era prevista per il prossimo 28 ottobre, esattamente novantacinque anni dopo la marcia delle 25mila camicie nere del Partito nazionale fascista (Pnf) che entrarono nella capitale. Una manifestazione che permise a Benito Mussolini di prendere il potere. Una data che – di fatto – segna l’inizio del ventennio fascista. Sono già oltre 1.000 le persone iscritte al gruppo Facebook “Seconda marcia su Roma”, mentre sul web proliferano i gruppi che si rifanno alla propaganda fascista.
Legge propaganda fascista e nazista: contrari Fi, M5S e Lega
Cinque gli emendamenti da discutere per un ddl che dovrebbe avere un iter tutto in discesa. Contrari Fi, Movimento 5 Stelle e Lega. Sei – di cui uno già approvato – gli emendamenti del grillino Ferraresi Vittorio. “Il testo all’esame dell’Assemblea – si legge nella relazione di Ferraresi – introduce una norma che contraddice la prevalente giurisprudenza, dando luogo a misure potenzialmente e sostanzialmente arbitrarie o liberticide, che mal si coordinano con la vigente normativa « anti-fascista »”.
Legge contro proganda fascista e nazista: lo stabilimento balneara di Chioggia
La discussione sull’argomento ha preso vigore dopo le polemiche sullo stabilimento balneare di Chioggia, in provincia di Venezia. “Qui a casa mia vige il Regime”, si poteva leggere sui cartelli che rimandavano direttamente all’immagine di Benito Mussolini. Il lido balneare da 650 lettini tra le ultime dune di Sottomarina verso la foce del Brenta era stato trasformato in una sorta santuario al fascismo. Immediate le polemiche, che hanno poi prodotto una nuova spinta per una proposta di legge presentata oramai due anni fa.
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