Rinnovo contratto statali e scuola: Cgil “basta spot” sull’aumento.
Quello del rinnovo contratto statali e scuola è un tema che si fa più caldo ogni giorno che passa. Le ultime notizie sul tema riguardano diversi elementi. Da una parte la Cgil che rimbrotta il governo dando un altolà agli “spot” sugli aumenti stipendi. Dall’altra lo stesso nodo aumenti, che risponderà a un bilanciamento tra chi guadagna di più e chi di meno. Infine, il mondo scuola continua a essere in subbuglio. Si parla di calcoli e di stime per i tanto attesi aumenti salariali. Probabilmente, però, gli aumenti non saranno per tutti.
Rinnovo contratto statali: Cgil sui contratti bloccati
Basta alle pubblicità sugli aumenti. È questa la richiesta della Cgil al governo. È giunto il tempo di affrontare la questione con serietà e concretezza. E dare vita alle promesse fatte il novembre scorso dalle parti governative. Per il segretario confederale della Cgil Franco Martini, lo sblocco dei nuovi contratti servirà a “rovesciare il luogo comune del dipendente pubblico fannullone o privilegiato”. Al tavolo di discussione non si parlerà solo di rivendicare gli aumenti. “Vogliamo intervenire anche sui processi organizzativi”. Martini si è espresso a favore del confronto e dei negoziati. Misure che possono contribuire ad aiutare il sistema pubblico.
Non si parlerà solo di soldi, ha comunicato il rappresentante Cgil. Ma anche della possibilità di nuovi investimenti finalizzati alla tutela e alla protezione sociale. Si parlerà dunque anche dei precari, oltre che delle risorse. Troppo poche e non saranno sufficienti per tutti. Che fine farà allora il cosiddetto schema della “piramide rovesciata” caldeggiato dal ministro Madia?
Rinnovo contratto statali: cos’è la piramide rovesciata
Chi guadagna di meno prenderà maggiori aumenti. Chi guadagna di più, ne prenderà meno. Forse anche zero. Questo è il nodo della cosiddetta piramide rovesciata, modello enfatizzato dal ministro Madia per premiare i più bisognosi. Che sia anche questo uno spot? Lo schema è stato spiegato dal sottosegretario alla Funzione Pubblica Angelo Rughetti al Messaggero. “Chi guadagna 25 mila euro ne prenderà 150 di aumento. Chi ne guadagna 40 mila ne avrà invece 50”. Eppure la questione non sembra così semplice. E per alcuni si rischia l’azzeramento degli aumenti.
Sempre sul Messaggero si legge che alcune categorie di lavoratori della PA con stipendi più elevati (medici e presidi, ad esempio), “rischierebbero di non avere nessun aumento”. L’interrogativo che resta riguarda quindi i calcoli. Si prospetta una nuova revisione di questi ultimi? Oppure è vero che alcune categorie di lavoratori resteranno escluse dalla ridistribuzione delle risorse aggiuntive legate gli aumenti di stipendio? A restare fuori resterebbero sicuramente i dottori statali (70 mila euro all’anno). Ma anche i dirigenti delle Agenzie fiscali e delle Autorità indipendenti, che vantano uno stipendio da 90 a 240 mila euro annui.
Rinnovo contratto statali: la rabbia del mondo scuola
Il mondo scuola è ancora in subbuglio. Preoccupa la risoluzione di un blocco dei contratti che dura da più di 9 anni. E ovviamente preoccupa anche il nodo risorse. AutoConvocatiScuolaRoma ha voluto mettere in risalto la situazione del personale scolastico con un comunicato. Quest’ultimo verte sulla mancanza di dialogo tra le parti interessate. Ma soprattutto sugli ultimi anni di “maltrattamenti” subiti da una volontà di riformare il sistema sempre in peggio.
“Dal 2008 il contratto per il personale della scuola è bloccato. E in questi ultimi anni, a causa di una tendenza a riformare perennemente in chiave peggiorativa il sistema scolastico, il carico di lavoro per il personale della scuola (docenti e ATA) è aumentato in modo significativo”. L’associazione si lamenta poi dell’impossibilità di impostare trattative con il governo Gentiloni. Che sulla questione sembra voler agire in segreto, senza confrontarsi con le parti interessate. L’obiettivo è quello di “rivendicare aumenti salariali adeguati al lavoro” che si svolge. Ed “evitare che il contratto scuola nella sua parte normativa si adegui alle modifiche operate con la legge 107”.
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