Caso Regeni: scomparso uno degli avvocati della famiglia del ricercatore
Caso Regeni: scomparso uno degli avvocati della famiglia del ricercatore
“L’Egitto è partner ineludibile dell’Italia esattamente come l’Italia è partner ineludibile dell’Egitto”. Questo è il messaggio che Angelino Alfano, titolare del ministero degli Interni, aveva lanciato lo scorso 4 settembre. L’annuncio lo aveva dato di fronte alle commissioni esteri di Camera e Senato, nel corso della conferenza informativa sugli sviluppi del caso di Giulio Regeni.
Di fatto, Alfano ha così sancito il definitivo ritorno a El Cairo del nostro ambasciatore Giampaolo Cantini. Una decisione, quest’ultima, che a ferragosto aveva suscitato non poche polemiche riguardo all’operato della diplomazia italiana, vista la pressoché inesistente collaborazione delle autorità Egiziane nelle indagini sul caso del ricercatore italiano.
A distanza di una settimana, nuove ombre si gettano sul caso di Giulio Regeni, proprio sul fronte delle indagini. È di oggi, infatti, la notizia della scomparsa di uno dei legali della famiglia del ricercatore di Cambridge, l’avvocato Ibrahim Metwaly.
Caso Regeni : La lotta per i diritti umani e l’assistenza alla famiglia
Metwaly, 53 anni, oltre all’attività di legale, è da anni anche membro del Ecrf (Egyptian Commission for Right and Freedom). Tale organo si occupa del monitoraggio costante per quanto concerne il rispetto dei diritti umani nel paese africano governato dal generale Abdel Fattah al-Sisi. Il tutto battendosi per il rilascio dei familiari delle vittime del regime. Diritti umani, che secondo tale commissione verrebbero sistematicamente violati. Un fatto, questo, che è stato confermato anche da Human Rights Watch, alcuni giorni fa, all’interno del rapporto di 63 pagine “We Do Unreasonable Things Her”: Torture and National Security in al-Sisi’s Egypt.
Il rapporto, elaborato grazie ad una serie di interviste condotte verso 19 ex detenuti e 20 famiglie di attuali detenuti nelle prigioni egiziane, ha rivelato una situazione insostenibile. Come rivelato dal vice-presidente di HRW Joe Stork, il rapporto mette in luce come “Il presidente al-Sisi ha di fatto dato il via libera a polizia e funzionari della Sicurezza nazionale di ricorrere alla tortura in qualunque momento essi vogliano”.
Quello che viene attestato nel documento è la totale arbitrarietà degli arresti. Arresti condotti anche nei confronti di più membri dello stesso gruppo familiare, molto spesso in totale mancanza di motivazioni da parte dell’Agenzia Nazionale di Sicurezza.
Le torture, poi, documentate da HRW e dall’Ecrf, comprenderebbero l’utilizzo dell’elettroshock, con le vittime bloccate in posizioni innaturali. Tali soprusi, venivano denunciati da anni anche dallo scomparso legale della famiglia Regeni, Ibrahim Metwaly. Secondo quanto rivelato dai colleghi della Commissione per i diritti e la libertà, nel 2013, l’uomo perse il figlio Amro, di 22 anni. Tutto ciò, in seguito al massacro della guardia repubblicana dell’8 luglio di quattro anni fa. Successivamente, il giovane non sarebbe mai stato ritrovato, anche per la totale mancanza di collaborazione delle autorità egiziane.
Caso Regeni: Il volo per Ginevra e la scomparsa del legale
Oggi, sono sempre i membri dell’Egyptian Commission for Right and Freedom che denunciano la scomparsa di Ibrahim Metwaly. Nella giornata di domenica 10 settembre, come hanno sostenuto i colleghi, “L’avvocato doveva prendere il volo MS 771 per la Svizzera, a seguito di un invito del gruppo di lavoro, per presenziare alla riunione n. 113 prevista per l’11-15 settembre 2017 presso l’ufficio dei diritti umani ONU di Ginevra”.
Il legale della famiglia Regeni sarebbe dunque stato fermato dalle autorità egiziane all’aeroporto di El Cairo, ma da quel momento si sarebbero perse le sue tracce. L’aeroporto di Ginevra pare abbia confermato che l’avvocato non sia mai salito sul volo che l’avrebbe poi portato nella città svizzera.
Caso Regeni: parlano i familiari
I familiari avrebbero sostenuto di essere rimasti in contatto con l’avvocato fino alle ore 8:00 di domenica 10 settembre. Poi, il nulla. I genitori e la famiglia di Giulio Regeni si dicono dal canto loro “preoccupati”. Tuttavia, attualmente non si hanno informazioni maggiormente dettagliate sul rapimento dell’avvocato del ricercatore italiano torturato ed ucciso durante i primi mesi del 2016.
Ovviamente, ulteriori aggiornamenti dall’Egitto e dalla nostra diplomazia saranno in grado di darci un quadro più dettagliato della vicenda. Un fatto che certamente è un ulteriore cattivo segnale per i tentativi di fare chiarezza sul caso di Giulio Regeni, e che getta ancora maggior discredito sulle autorità ed il governo egiziano. Un governo, quello di Al-Sisi, che il nostro ministro degli Interni si ostina a definire “partner ineludibile”. L’unica cosa elusa pare essere solo la verità.