Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan è il candidato del Partito Giustizia e Sviluppo alle elezioni presidenziali che si terranno in Turchia il 10 agosto. Lo ha annunciato il numero due del partito, Mehmet Ali Sahin: “Il candidato alla presidenza è il nostro premier, il capo del nostro partito”. I membri del partito hanno scelto di candidare Erdogan all’unanimità, secondo l’agenzia Anadolu.
“Se sarò eletto non sarò il presidente di un gruppo ma il presidente di tutti” ha dichiarato Erdogan in un discorso televisivo, annunciando di voler unire il paese sotto la sua presidenza e di voler procedere lungo il percorso del rinnovo della costituzione.
I due principali partiti di opposizione, il Partito Popolare Repubblicano e il Partito del Movimento Nazionalista, hanno candidato il diplomatico Ekmeleddin Ihsanoglu, ex presidente dell’Organizzazione della conferenza islamica. Selahattin Demirtas, deputato e attivista per i diritti umani, è l’uomo su cui punta il Partito Democratico dei Popoli. Nel caso nessuno superi il 50 per cento dei voti si andrà al ballottaggio il 24 agosto.
Erdogan governa il paese dal marzo del 2003 e ha grosse possibilità di vincere le elezioni presidenziali. Secondo un sondaggio condotto dall’agenzia Turca Genar, Erdogan può contare sul 55,2 per cento. Al secondo posto si piazzerebbe Ekmeleddin Ihsanoglu con il 35,8. Pesa la scelta della minoranza curda che ha deciso di schierare Demirtas, accreditato di circa il 10 per cento: una mossa che finirà col sottrarre voti ai candidati delle opposizioni.
Se politicamente la strada per Erdogan sembra spianata, l’attuale premier dovrà comunque risolvere alcune spinose questioni interne a cominciare dalle sempre più agguerrite manifestazioni di piazza, il cui simbolo è diventata la protesta di Gezi Park. Gli oppositori lo accusano di aver perso il contatto con il proprio popolo e di aver assunto un comportamento sempre più autoritario.
Le regole interne del suo partito gli impediscono di ripresentarsi dopo aver completato tre mandati da premier. Non è esclusa la possibilità di un doppio avvicendamento: Erdogan al posto dell’attuale presidente della repubblica Abdullah Gül, che andrebbe a ricoprire la carica di primo ministro. Una mossa che confermerebbe i timori raccolti dall’agenzia Reuters, secondo la quale Erdogan punta a rinsaldare il suo potere in Turchia.