«Dopo il Governo Monti, nulla sarà più come prima e noi lavoreremo perché cambi nella sostanza la politica italiana e probabilmente, per fare questo, dovremo anche sacrificare il nostro partito (Udc), perché bisogna andare oltre quello che c’è, occorre creare qualcosa di nuovo». Parole e musica di Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, che ieri incontrando i giovani del suo partito a Roma ha annunciato di essere pronto a “sacrificare” il partito dello scudo crociato perchè c’è bisogno di creare qualcosa di nuovo.
[ad]Parole forti e chiare che probabilmente non faranno molto piacere ai veri nostalgici della Dc. Ma il punto non è questo. C’è da chiedersi che cosa intende il leader bolognese con l’espressione “qualcosa di nuovo”. Casini forse pensa ad un nuovo partito? Probabilmente si. Con chi? Resta un mistero tutto ancora da chiarire. L’ex Presidente della Camera, che con grande vigore sta sostenendo l’esecutivo Monti, guarda sia a destra che a sinistra, senza dimenticare ovviamente il centro. Casini punta forte su tutti quei delusi, sia nel Pdl che nel Pd, che non si identificano più in questi due grandi “contenitori” nati da poco, probabilmente troppo in fretta, ma a quanto pare già passati di moda. Entrambi nati per radunare, sia da una parte che dall’altra, le ali moderate con quelle leggermente più estremiste, continuano a convivere con delle divisioni interne già oggi visibili, che al momento delle elezioni, verranno fuori in maniera ancora più consistente. Probabilmente il leader dell’Udc ha compreso da tempo questo e dunque prova a giocare d’anticipo, lanciando un appello forte e chiaro a tutti “i delusi”; c’è bisogno di qualcosa di nuovo, da parte nostra siamo disposti a sacrificare il partito, facciamone uno nuovo insieme e proviamo a vincere le elezioni.
Verrà raccolto questo appello? Ma soprattutto, sarà davvero possibile far sorgere un nuovo grande partito in grado di concorrere alla vittoria elettorale? E ancora, chi ci starà in questo partito e soprattutto chi sarà a guidarlo? Troppi interrogativi, ad oggi nessuna certezza. Quel che è certo tuttavia, è che difficilmente comunque i veri nostalgici democristiani si sbarazzeranno in modo celere di un partito che, per la sua storia ma soprattutto per il suo stemma, ha continuato a raccogliere consensi soprattutto dalle persone anziane, quella parte di elettorato, ancora abbastanza consistente in Italia, che molto spesso ha votato e vota più guardando al simbolo che ai programmi elettorali ed ai candidati in lista. “Sacrificare” l’Udc non sarà impresa semplice, e questo Casini, probabilmente lo sa molto bene.