Erasmus: ecco perché salverà l’Europa (da se stessa)

Pubblicato il 20 Settembre 2017 alle 12:02 Autore: Andrea Caccioppoli
Il progetto Erasmus riuscirà a salvare l'Europa da se stessa?

Erasmus: ecco perché salverà l’Europa (da se stessa).

Il progetto Erasmus nasce per promuovere e favorire la mobilità studentesca in Europa. Tale progetto permette di sviluppare una capacità di adattamento a contesti internazionali fuori dalla media. Inoltre, contribuisce a creare nel giovane studente una nuova identità. Un’identità transnazionale. Nell’ambito della propria strategia decennale per la crescita dell’economia 2010/2020 proposta dalla Commissione UE, i Paesi membri hanno finanziato il progetto Erasmus con un budget di 14,7 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di permettere la mobilità a più di 4 milioni di studenti.

Erasmus: un po’ di dati

Le mete più gettonate tra gli studenti europei sono senza dubbio la Francia, la Spagna, la Germania, il Regno Unito e l’Italia. La durata media di permanenza all’estero è di sei mesi e il contributo medio erogato è di circa 274 euro.

Secondo i dati forniti dalla Commissione UE, le facoltà universitarie che accolgono il maggior numero di studenti Erasums sono Economia e Giurisprudenza (41 %), Lettere e Belle Arti (22 %) e Ingegneria (15 %). La mobilità è minore invece nelle facoltà scientifiche (7.5%) e Medicina (6%).

L’Italia è da sempre uno dei Paesi con i più alti livelli di partecipazione al programma. Secondo i dati forniti dal report annuale della Commissione UE ed aggiornati a gennaio 2017, l’Italia ha ricevuto circa 21.564 studenti stranieri. Gli studenti italiani partiti all’estero sono stati invece circa 31.051. Le mete più gettonate rimangono in ordine la Spagna (9.029 studenti), la Francia (4.129 studenti)  e la Germania (3.776 studenti).

Date le divisioni che permangono ancora in Europa su diversi temi fondamentali, ci si chiede se i principi ispiratori di tale progetto, possano applicarsi anche al modo di risolvere i problemi all’interno dell’Unione Europea.

Forse, la prima domanda che ci si deve porre e’ la seguente: qual’è l’obiettivo dell’erasmus?

Progetto Erasmus: quali obiettivi?

L’Erasmus ha l’intento di promuovere l’idea che tutti i paesi europei siano parte di un’unica grande Babele: l’Europa.  Il progetto vuole avvicinare le culture e le diverse tradizioni presenti nel suo territorio e creare un patrimonio comune di valori e principi da cui partire e sviluppare una cultura di solidarietà europea. Tale intenzione non può restare solo sulla carta di un trattato o nel testo di un regolamento.

Una sua attuazione pratica sembra attualmente auspicabile per contrastare i rischi derivanti:

  • dalle idee promosse dai populismi;
  • dalla diffusa percezione negativa del modus operandi delle istituzioni europee.

Un esempio è costituito dal tema dell’immigrazione. Cavalcato dalla politica populista ed ancora non risolto definitivamente dalle istituzioni europee per la mancanza di un accordo comune.

Se non risolto, potrebbe passare il messaggio che le politiche isolazioniste promosse dai populismi, siano facilmente praticabili. Quando, in realtà, proprio l’esistenza di organi sovranazionali europei ne rende alquanto ardua l’attuazione.

Come l’Erasmus può contribuire a salvare l’Europa?

L’insegnamento dato dall’Erasmus è semplice: comprensione e tolleranza del prossimo, diverso per modi di fare, abitudini e tradizioni, e supporto nel bisogno.

L’obbiettivo è quello di fare fronte comune. Un gruppo di studenti Erasmus è normalmente formato da nazionalità diverse. Le stesse che fanno fronte comune non solo nel divertimento e nello studio, ma anche nei problemi di tutti i giorni.

È uno strumento potenzialmente efficace per la formazione di una nuova generazione di cittadini dall’identità, non solo nazionale, ma anche europea, e per rafforzare la solidarietà fra i Paesi membri.

E questo principio ben potrebbe essere applicato per stabilire una strategia comune in materia di immigrazione e aiutare gli Stati membri in difficoltà ( si legga, l’Italia). Privando i populismi di uno dei propri cavalli di battaglia.

La costruzione di un’unica casa europea è sicuramente ancora allo stato embrionale. Ma c’è la grande speranza che le nuove generazioni di studenti Erasmus (e non) contribuiscano all’attuazione di una vera e propria solidarietà europea. Tanto nelle materie di politica interna, quanto nei temi di politica estera. E che tale progetto sia un primo passo per fortificare le fondamenta di casa Europa ed espandere la coesione fra Stati e popoli europei.

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