Il ripristino dell’immunità per i senatori “è la scelta giusta. Di tutte le soluzioni possibili, togliere l’immunità ai soli senatori era quella peggiore”. Ne è convinto Stefano Ceccanti, costituzionalista e senatore del Pd, intervistato dalla Stampa. “Dopo la riforma del 1993 l’unica immunità di cui godono oggi i parlamentari è quella dagli arresti. L’autorizzazione a procedere, come è noto, non esiste più. Con l’uso delle intercettazioni indirette ormai i magistrati possono ascoltare anche le loro conversazioni. Insomma, stiamo parlando di una decina di casi all’anno”.
“Qualunque sia la funzione che gli si voglia attribuire – aggiunge, – il rispetto del principio di separazione dei poteri impone una garanzia minima”. Sentito anche dal Mattino Ceccanti interviene sui nodi del capitolo giustizia. Sul Csm spiega che “il sistema elettorale attuale è basato sulle preferenze in liste blindate a livello nazionale dalle correnti”, l’alternativa è prevedere “collegi uninominali, dove poi per la scelta del candidato il radicamento sul territorio conterebbe molto di più della sua appartenenza ad una determinata corrente”.
Sulle intercettazioni a suo avviso occorre limitare “la fuga di notizie” legata a quelle “che sono del tutto ininfluenti ai fini processuali”.