Terremoto Amatrice: ricostruzione fantasma, mancano 33 milioni degli sms
“Nemmeno un euro dei 33 milioni che gli italiani hanno donato per il terremoto del 24 agosto 2016 è andato a Amatrice”. Niente ad Accumoli e niente ad Arquata. Niente a Pescara del Tronto così come a tutti gli altri comuni terremotati il 24 agosto 2016. Lascia l’amaro in bocca l’intervento del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ad Atreju 2017.
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Terremoto Amatrice: abituare alla sfiducia
Pirozzi rivela che quei fondi sono stati utilizzati per tutt’altro scopo. Si era addirittura pensato a realizzare una pista ciclabile nelle Marche in un paese non compreso nelle zone devastate dal sisma. “Io comunque ho avuto la fortuna – spiega in un’intervista al giornalista Franco Bechis – di avere tanta solidarietà diretta da parte degli italiani. Però con la gestione di quelle donazioni degli sms si sta dando un messaggio profondamente sbagliato. Perché io penso che tante persone in quelle giornate e quelle settimane intendevano dare un aiuto diretto a quelle persone e a quei paesi che vedevano devastati. Il fatto di non indirizzarli là è devastante, perché poi la gente non crede più a nulla. La destinazione di quei fondi è stata decisa da una commissione di saggi che tanto saggi non sono”.
Terremoto Amatrice: la procura apre un’inchiesta
Dopo il suo intervento, non sono mancate le polemiche. La Procura di Rieti, a quanto riferisce oggi Il Fatto Quotidiano, ha chiesto un incontro proprio con il sindaco di Amatrice, e ha aperto un’indagine riguardante la destinazione degli oltre 33 milioni di euro raccolti con i messaggini telefonici per i terremotati del centro Italia. Non è la prima volta che si verificano simili situazioni; già in passato sono state aperte inchieste per inadempienze. Spesso i magistrati hanno accertato responsabilità penali sull’utilizzo dei fondi destinati alla solidarietà.
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