Corea del Nord, ultime notizie: aerei da guerra al confine, Usa pronti?

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Corea del Nord, ultime notizie: aerei da guerra al confine, Usa pronti?

Sabato, bombardieri B-1B e caccia F-15C Eagle americani, decollati da Guam e Okinawa, si sono avvicinati al confine orientale nordcoreano. Dal Pentagono non si è nascosto l’obiettivo dell’operazione: mostrare al regime di Pyongyang che gli Stati Uniti possono colpire con forza in qualsiasi momento. D’altra parte, Washington ha mandato un messaggio a tutta la comunità internazionale: sulla Corea del Nord gli Usa fanno sul serio. Gli aerei americani non si erano mai spinti così a nord del confine demilitarizzato tra le due Coree dal 2000 in poi. La portavoce delle forza armate Usa Dana White ha dichiarato: “la missione dimostra che il Presidente ha molte opzioni militari per difenderci da qualsiasi minaccia”.

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“Gli americani non colpiranno la Corea del Nord; perché sono sicuri che Pyongyang possiede armi nucleari”. Le parole del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, intervistato ieri dall’emittente NTV, aiutano a fare il punto della situazione. “Non sto difendendo la Corea; sto solo dicendo che praticamente tutti la pensano così”. Lavrov riferisce quanto sarebbe emerso dai colloqui a margine dell’ultima Assemblea Generale dell’ONU. Per esempio, nonostante sostenessero il contrario, “gli Usa hanno colpito l’Iraq solo perché erano sicuri che non vi erano armi di distruzione di massa”.

Corea del Nord, ultime notizie: aerei da guerra al confine, Usa pronti?

Ora, “i nordcoreani preferiranno mangiare erba piuttosto che rinunciare al proprio programma nucleare”; guardando a quanto successo a Iraq e Libia, è ovvio che non si sentano al sicuro. La Russia potrebbe aver cambiato passo sulla crisi; sarebbe pronta, ancora una volta, a mettere i bastoni tra le ruote della politica estera americana. Il Financial Times riferisce di un incontro oggi a Mosca tra diplomatici russi e Choe Sun Hui, responsabile per gli Affari Nordamericani di Kim Jong-un. Probabilmente, si tenterà di impostare un “doppio congelamento”; lo stop ai test nucleari in cambio dell’interruzione dell’esercitazioni militari ai confini nordcoreani. La strada è in salita; tuttavia, solo la diplomazia eviterà che l’attuale “war of words” si trasformi in qualcosa di più.

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