“È fondamentale separare il tema delle intercettazioni, da quello della loro pubblicazione. Altrimenti si rischia di offrire la degenerazione del giornalismo da trascrizione a quanti vogliono approfittarne per comprimere l’uso dello strumento investigativo“. Lo afferma Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali, in un colloquio con Repubblica.
Soro definisce “accanimento informativo la presenza di telecamere per settimane sotto casa di Yara e dei suoi parenti” e “una barbarie” la pubblicazione dell’audio di Scajola, “una persona interrogata in stato di detenzione”. “È giusto – spiega – che il legislatore pensi all’udienza filtro, per separare le intercettazioni da utilizzare da quelle non rilevanti da distruggere”. Tuttavia queste misure a suo avviso “non servono se non esiste un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori, magistrati, avvocati e giornalisti”. “L’Ordine ha ritenuto di non approvare in modo formale un proprio codice al riguardo – aggiunge il Garante. – Credo che abbia sbagliato perchè quando non si procede con l’autodisciplina, può capitare che intervenga il legislatore in modo più rigido”.