Prezzo petrolio: quasi 60 dollari al barile, quanto aumenterà ancora?
I timori di un calo del prezzo del petrolio che solo alcuni mesi fa avevano attraversato l’economia mondiale sembrano per ora fugati.
Al Brent il prezzo del greggio è arrivato a 58,25 dollari al barile, mentre il Wti a 52,51. Per ora il tentativo di arrivare a 60 non è riuscito, ma in molti prevedono che non solo quella quota sarà raggiunta, ma anche superata.
E’ quanto pensano a Gazprom Marketing e Trading, e anche l’EIA, l’International Energy Agency, ritiene che le prospettive siano tutte al rialzo. Stesse opinioni alla conferenza S&P Global Platts APPEC di Singapore.
A onor del vero vi è una minoranza di analisti che ritiene che è ineluttabile destino un calo del prezzo invece, per il calo fisiologico della domanda mondiale e della produzione USA.
Nel breve periodo però è l’opposto
Prezzo petrolio, boom di domanda in Cina, India ed Europa
L’Europa che cresce bene, più del previsto, l’economia in boom dell’India, nonchè quella della Cina, hanno prodotto una crescita della domanda inaspettata. Da qui l’aumento del prezzo del greggio. Per l’EIA, l’International Energy Agency, si passerà da un aumento della domanda di 1,5 milioni di barili al giorno a 1,6 quest’anno.
Non dimentichiamoci poi che rimane valido l’accordo dei Paesi OPEC di novembre scorso, che è stato poi rinnovato, e che lo sarà ancora probabilmente nel marzo 2018. Consisteva nel taglio delle produzioni per impedire un calo dei prezzi del greggio. La possibile estensione di questi nella primavera dell’anno prossimo indica però quanto sia fragile la situazione attuale. C’è il timore che senza la permanenza dei tagli i prezzi tornino al ribasso.
Anche perchè tra i fattori del rialzo vi è la minaccia della Turchia di bloccare le esportazioni dal Kurdistan iracheno in caso di proclamazione dell’indipendenza. Ancora una volta dunque le mutevoli fibrillazioni politiche entrano nell’equazione
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