Iran: l’ABC dell’accordo sul nucleare che riabilita Teheran
Siglato nel 2015, dopo due anni di trattative diplomatiche, l’accordo sul nucleare iraniano prevede, in sostanza, il progressivo ritiro delle sanzioni economiche contro il regime di Teheran. In cambio, la rinuncia di questo allo sviluppo di armamenti nucleari. Nonostante sia certificato che l’accordo effettivamente funzioni e che sia rispettato da Teheran, è stato duramente criticato da Trump, il quale lo ha recentemente definito “imbarazzante”.
Giovedì, Trump ha dichiarato di aver preso una decisione riguardo la revoca o meno dell’accordo. Ma non ha voluto svelare quale fosse la decisione. A difendere l’accordo è intevenuta l’ Alto Rappresentante dell’Ue per la politca estera Federica Mogherini. La rappresentante dell’UA ha dichiarato che “non c’è alcun motivo per smantellare un accordo che funziona e dà risultati”.
Iran: l’accordo facilita le relazioni con Washington, ma non le risolve
Malgrado l’accordo riguardi unicamente il programma nucleare iraniano, è evidente che l’amministrazione Trump sia intenzionata ad utilizzarlo per pressare Teheran a cambiare la propria politica regionale. A conferma di ciò, il Segretario di Stato Rex Tillerson , dopo una riunione dei cosiddetti “5+1” dell’assemblea Onu, ha sostenuto che “in seguito alla ratifica del trattato, abbia visto di tutto tranne che stabilità”. È un chiaro riferimento all’appoggio iraniano dei ribelli Houthi in Yemen; di Hezbollah in Libano; del regime siriano di Bashar Al Assad.
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Macron tenta una mediazione tra Washington e Teheran
In merito alla questione iraniana, si è espresso anche Macron tentando una mediazione fra Washington e Teheran. Il Presidente della Repubblica francese ha, infatti, difeso l’accordo. Chiede, però, che gli vengano aggiunti “due o tre pilastri”. Ovvero, che vengano incluse limitazioni al sistema balistico e che vengano prolungate le scadenze già presenti.
Intanto, a far aumentare ulteriormente il clima di tensione, il regime iraniano ha testato con successo Khorramshahr; un missile balistico con una gittata fino a duemila chilometri. In occasione della “Settimana Sacra della Difesa”, il primo ministro Rouhani ha dichiarato la necessità di “rafforzare le sue capacità missilistiche”, specificando che “il sistema militare [iraniano] non è progettato per attaccare altri paesi”.