Referendum Catalogna, l’economia catalana a confronto con quella del resto d’Europa, la mappa

Referendum Catalogna

Referendum Catalogna, l’economia catalana a confronto con quella del resto d’Europa, la mappa

Non sappiamo ancora come andrà a finire in Catalogna, con la dichiarazione di indipendenza che sembra debba essere pronunciata a giorni. Con l’esito di una consultazione referendaria, quella di domenica 1 ottobre, contestatissima dal governo centrale e dal Re.

Quel che è certo è che dietro ci sono anche ragioni economiche. I catalani vorrebbero trattenere tutto il gettito che producono senza dover assistere a un drenaggio verso lo Stato Centrale. E sarebbe un afflusso significativo di denaro considerando che la Catalogna è la regione spagnola con il PIL maggiore, superiore anche a quello di Madrid, ed una delle più ricche considerando il PIL pro-capite.

Il punto è che all’interno dell’Europa sarebbe una realtà medio-piccola con una importanza economica superiore anche a quella di Paesi più popolosi.

Referendum Catalogna, il nuovo Stato sarebbe più ricco di Portogallo o Spagna

Di seguito vediamo una mappa dell’Europa in cui sono evidenziati i Paesi con un PIL inferiore a quello catalano di 204 miliardi di euro. E sono tanti. Per esempio l’Ucraina con più di 50 milioni di abitanti, la Romania, con 20. Paesi molto più popolosi dei 7,5 milioni della Catalogna. Tra questi anche la Grecia e il vicino Portogallo.

E poi ogni Paese Baltico, tutti quelli dell’ex Jugoslavia, e addirittura Repubblica Ceca e Slovacchia.

Nella UE avrebbe più voce in capitolo dell’Ungheria, per esempio, ma chiaramente meno di quella che ha ora dentro la Spagna, che è il terzo Paese più ricco, escludendo il Regno Unito.

Questo è il problema, a livello centrale. Madrid non può permettersi di perdere potere contrattuale, oltre che una importante fonte di gettito, decisivo per il funzionamento dello Stato.

E in ogni caso anche in caso di indipendenza non sarebbe scontata l’adesione alla UE, anzi. Ci vorrebbero anni di negoziazioni. E questo già spaventa le imprese catalane.

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