Unioni gay, Alfano: “Pronti a riconoscere tutele, ma con paletti”
“Pronti a riconoscere tutele su unioni civili ma con paletti: no a adozioni, utero in affitto e reversibilità”. Apre alle coppie gay anche il leader Ncd, Angelino Alfano. In un’intervista a Repubblica, il numero uno del Nuovo Centrodestra annuncia la disponibilità del suo partito a favorire “un’accelerazione” sulla tutela delle coppie gay ma blinda le priorità del governo: la famiglia tradizionale resta al centro dell’azione di questo esecutivo, assicura Alfano. “Non abbiamo difficoltà a ragionare, nell’ambito del codice civile, di un tema che esiste ed è la tutela delle persone che convivono, anche gay. A patto che non si neghi il valore della famiglia, fatta da uomo e donna” continua il ministro dell’Interno. “Rispettiamo l’affettività di tutti. Se c’è da garantire maggior tutela ai problemi delle tante persone che convivono noi siamo pronti”, afferma Alfano.
Sulle unioni di fatto e i diritti civili alle coppie gay, scende in campo anche Ncd, dunque, dopo l’apertura, nei giorni scorsi di Forza Italia, con le dichiarazioni del leader Silvio Berlusconi e il tesseramento all’Arcigay della compagna Francesca Pascale e del giornalista Vittorio Feltri. Il tema dei diritti degli omosessuali, da tradizionale bandiera della sinistra, sta diventando terreno di scontro nel centrodestra. Dopo l’annuncio del governo Renzi, pronto a varare un disegno di legge che, di fatto, introduce il modello della civil partnership alla tedesca, a destra si corre ai ripari: troppo grande il bacino di voti a cui attingere, costituito da attivisti, simpatizzanti e rappresentanti della causa per le unioni omosessuali, in caso di elezioni, per non affrontare il tema, a destra come a sinistra. Alfano vuole evitare lo scontro con Forza Italia e sul recente cambio del suo ex partito preferisce glissare: “Non commento, è la loro linea. Noi siamo un’altra cosa”.
Il leader Ncd, poi, ribadisce: “La nostra è un’apertura con un avvertimento: non si tocchi la famiglia naturale, composta da uomo e donna, come recita la Costituzione all’art.31”. “Anzi, in autunno devono partire dei provvedimenti, nel contesto della legge di stabilità e delega fiscale, che la rafforzino, perché è la famiglia il vero centro dello sviluppo sociale di questo Paese”, continua il ministro Alfano che avverte: “la nostra è un’apertura significativa. Tuttavia ci sono tre paletti e una questione politica”. “L’argomento – continua il ministro – va deideologizzato e la soluzione non può prestarsi ad estensione anche per sola via giurisprudenziale del matrimonio, dell’adozione, delle provvidenze. In nessun caso si deve far passare l’idea che si sta lavorando ad un superamento della famiglia così come la prevede la Costituzione”. La ricetta di Alfano prevede il “no ai matrimoni gay, no alle adozioni gay o all’utero in affitto, no alla reversibilità delle pensioni”. Un’apertura condizionata, dunque, che strizza l’occhio a sinistra ma che è anche molto attenta al tradizionale elettorato di riferimento del Nuovo Centrodestra.
Carmela Adinolfi