Finlandia e Svezia tra sondaggi e promesse elettorali
I cambi alla leadership dei partiti e le correzioni di rotta nei programmi di governo non hanno spostato di molto le opinioni degli elettori in Finlandia. I sondaggi di giugno pubblicati dall’Yle, la radiotelevisione di stato finlandese, sono molto simili a quelli visti nei mesi scorsi. Tutto si potrebbe riassumere così: testa a testa tra Partito di Coalizione Nazionale e Partito di Centro, e crisi dei socialdemocratici.
Il Partito di Coalizione Nazionale, principale forza di governo, su posizioni di centrodestra e da pochi giorni guidata da Alexander Stubb, è dato al 20,3 per cento. Il Partito di Centro, la più grande compagine all’opposizione in Finlandia, insegue distaccato di un’incollatura: 19,5. Il Partito Socialdemocratico, che da poche settimane ha cambiato leadership, resta indietro: 14,8 per cento, mai così in basso da quando l’Yle conduce questo tipo di sondaggi. In mezzo i populisti euroscettici del Partito dei Finlandesi, anche loro all’opposizione, accreditati di un 17,9 per cento che conferma la solidità raggiunta dagli uomini di Timo Soini.
Non cambia molto nei sondaggi, non cambia molto nella politica che il governo intende seguire e non cambia molto neanche nell’approccio della Finlandia nei confronti dell’Europa. Basta vedere cosa ha detto la scorsa settimana il primo ministro Stubb all’arrivo a Bruxelles per il vertice dei leader europei: “Il patto di stabilità e crescita si basa su due pilastri: prima viene la stabilità, poi c’è la crescita, con le riforme strutturali da fare a casa”. La stabilità è un pilastro da rispettare perché altrimenti si corrono seri pericoli, ha ricordato Stubb: “Questa crisi finanziaria è cominciata col non rispetto del patto”.
In Svezia invece si è aperto il tradizionale festival di Almedalen, kermesse politica che ogni estate anima la cittadina di Visby, sull’isola di Gotland. Uno dopo l’altro si alternano sul palco i leader politici del paese. Il primo a parlare, nella giornata d’apertura, è stato il numero uno del Partito Socialdemocratico, Stefan Löfven, l’uomo che con tutta probabilità a settembre diventerà primo ministro. Löfven ha annunciato che in caso di vittoria elettorale aumenterà i sussidi di disoccupazione e perfezionerà i congedi di paternità. L’Alleanza per la Svezia, la coalizione di centrodestra che governa il paese, ha invece promesso un imponente piano di sviluppo della rete ferroviaria.
Secondo un sondaggio condotto dal quotidiano Dagens Nyheter la maggioranza degli elettori svedesi sceglierebbe ancora l’attuale premier Fredrik Reinfeldt, anziché Löfven. Il socialdemocratico però ha dalla sua parte i sondaggi sui partiti politici, che danno il centrosinistra nettamente avanti. E, quando a settembre si andrà a votare, a contare saranno proprio quei numeri.