Rinnovo contratto statali e scuola: Uil chiede un aumento reale.
Non si fa che parlare di altro sul fronte rinnovo contratto statali. Servono aumenti reali, dignitosi. L’aumento medio di 85 euro lordi sembra non bastare per compensare gli anni di blocco contrattuale e l’aumento del costo della vita. Dopo le proteste di Anief-Cisal, anche il sindacato Uil chiede aumenti reali. Questo dopo che il ministro Fedeli aveva ribadito il suo massimo impegno per concretizzare l’incremento salariale previsto. E mantenere le promesse fatte lo scorso novembre. Ma non è solo il lato economico a far discutere. Si chiede anche una valorizzazione delle professionalità delle pubbliche amministrazioni. Dopo 8 anni di congelamento, il momento è giunto. Ma i tempi stringono. E c’è il timore che la soluzione del governo non soddisfi le parti interessate.
Rinnovo contratto statali e scuola: le richieste della Uil
Dopo le parole forti di Marcello Pacifico, anche il sindacato Uil Scuola si accoda alle riflessioni sulle poche risorse che contrastano contro l’esigenza reale del personale scolastico. Uil si focalizza inizialmente sull’equiparazione retributiva, definendola un obiettivo principale della mobilitazione in atto. “I dirigenti e tutto il personale aspettano l’emanazione dell’atto di indirizzo, che Uil Scuola Rua chiede urgentemente. Come presupposto per l’apertura del confronto contrattuale”.
Nel comunicato diffuso dalla Uil si legge anche la richiesta urgente di un rinnovo del contratto reale, vero. L’accordo del 30 novembre 2016 assume i connotati di un punto di partenza. Di una base dalla quale si deve arrivare a ridefinire “il modello di scuola per il Paese che si vuole realizzare. E quindi riconoscere diritti e prerogative, nonché doveri al personale. Che siano codificati in un contratto collettivo nazionale che riconosca libertà e ruolo alla dirigenza scolastica. E la liberi dalla stretta burocratica”.
Rinnovo contratto statali: focus sulle professionalità PA
A parlare del rinnovo contratto statali è stato anche Umberto Di Primio, presidente del Comitato di settore autonomie locali ANCI. Per Di Primio, la priorità dell’atto di indirizzo si traduce in “semplificazione dei fondi e delle categorie professionali a 8 anni dall’ultimo contratto”. Quindi snellire la morsa burocratica, attraverso l’agevolazione organizzativa dei piccoli Comuni e la valorizzazione di professionalità specifiche. Con la riforma Madia della PA e la stabilizzazione del quadro normativo che sarà integrato nel nuovo contratto, ora tocca alla parte pratica.
Le elezioni sono alle porte. E a inizio 2018 dovrebbero scattare i tanto attesi aumenti. Anche se non se ne conoscono ancora i dettagli. E c’è il timore che gli aumenti “veri” non siano per tutti. Tuttavia, non è solo la parte economica a fare testo, ma anche quella professionale. Di Primio ha illustrato un quadro della situazione conseguente al blocco dei rinnovi contrattuali nei Comuni. Organici ridotti a causa della mancanza di turnover. Norme più stringenti relative al controllo della spesa del personale. Doveri e mansioni ampliate. Per questo la parola d’ordine del nuovo contratto deve essere semplificazione. Che si accompagna all’affermazione e alla valorizzazione delle “professionalità di chi lavora nelle nostre amministrazioni”. Aspetto verificabile solo se si allenta la stretta burocratica e le nuove norme siano chiare e condivise.
“Il Comitato chiede di individuare soluzioni organizzative utili ad agevolare i piccoli Comuni e le esperienze di gestione associata di servizi e funzioni di competenza comunale. Rafforzare la leva datoriale revisionando istituti strategici come le posizioni organizzative. Aggiornare la disciplina relativa alle specifiche professionalità, come ad esempio la polizia locale”. E adesso si aspettano i fatti concreti.