Legge di bilancio 2018: aumento stipendio decenti
40 euro netti in busta paga. E’ quanto sono riusciti a guadagnare gli insegnati dopo l’accordo del 30 novembre scorso. Ma ancora non ci siamo. Dal 2009 a oggi i docenti hanno perso in inflazione il 15% del loro stipendio. Tra i 150 e i 250 euro, dicono i sindacati. La ministra Fedeli ha chiesto al ministero delle Finanze un’ulteriore sforzo per gratificare gli insegnanti. Ad oggi, però, “nessun atto di indirizzo è stato inviato all’Aran”, l’agenzia che cura i negoziati pubblici.
Legge di bilancio 2018: Ata, seimila in più
Il ministero delle Finanze sta valutando la proposta di assunzione di 6 mila posti Ata, al netto dei pensionamenti. Si tratta di amministrativi, tecnici e bidelli. Inoltre, il Miur chiede anche 500 assunzioni per personale interno. Si propone poi il ripristino delle supplenze brevi, che erano state eliminate dal Governo Monti. Per ora però non vi nulla di certo e la partita si potrebbe spostare sull’Industria 4.0 e, dunque, sul bilancio del ministero dello Sviluppo economico.
Legge di bilancio 2018: aumento stipendio presidi
Sono ottomila i dirigenti scolastici che chiedono un sensibile ritocco del fisso della busta paga. Un intervento stimato tra 95 e 100 milioni di euro. Si tratta di un avvicinamento all’equiparazione delle buste paga dei dirigenti a quelle degli altri dirigenti di Stato. Dopo sei anni si stop, a breve ci sarà il bando per il nuovo concorso per dirigenti scolastici. In ballo ci sarebbero 2.425 posti.
Il governo sta lavorando a un organico del potenziamento per la scuola dell’infanzia. La richiesta arriva dai banchi del Pd. Infine, il Miur chiede risorse per stabilizzare una quota delle supplenze sul sostegno.
Legge di bilancio 2018: università e ricerca
“Troveremo le risorse per gli scatti di anzianità dei docenti universitari”. Un impegno importante, quello dalla ministra Fedeli. Di fatto sono circa dal 2011 al 2015 è rimasto tutto congelato. Il Movimento per la dignità della docenza universitaria chiede di recuperare in busta paga l’anno 2015, senza pretendere arretrati. Infine, il Miur chiede di stabilizzare 1.500 ricercatori universitari ancora senza contratto fisso.