Pensioni notizie oggi: età pensionabile e salvaguardia, sindacati sono stufi
La mobilitazione del 14 ottobre sulle pensioni è l’apice della diatriba tra governo e sindacati. Le notizie di oggi sono incentrate sulle richieste che le associazioni dei lavoratori da tempo hanno formulato. Oltre ad una riforma generale della Legge Fornero, la questione che incombe è l’aumento dell’età pensionabile dal 2019. In queste ore si stanno moltiplicando gli appelli per evitare lo scatto in avanti e anche Cgil, Cisl e Uil hanno una proposta unitaria. Inoltre alcune forze politiche stanno cercando di trovare una possibile soluzione per rimandare la decisione. Sullo sfondo c’è la possibilità di concedere una nona salvaguardia per determinate categorie di lavoratori.
Pensioni notizie oggi: blocco età pensionabile, sindacati chiari
Le associazioni sindacali per quanto riguarda questo capitolo chiedono senza passi indietro un congelamento del meccanismo. Infatti con l’aspettativa di vita in salita anche l’età di pensione sale. Per avere l’ufficialità occorrerà attendere i dati diramati dall’Istat, ma è questione di giorni. C’è l’appoggio anche di Cesare Damiano che ha ribadito il suo pensiero. Secondo l’ex ministro è opportuno rinviare la decisione finale a giugno 2018, ma comunque entro fine anno serve un decreto direttoriale.
Pensioni notizie oggi: nona salvaguardia e donne
Sempre i sindacati chiedono all’esecutivo la possibilità di organizzare una nona salvaguardia per i lavoratori esclusi dall’ottava. Dello stesso avviso il membro della Commissione lavoro Walter Rizzetto che ha presentato un’interrogazione a riguardo. Inoltre proprio con i risparmi scaturiti dall’ultima salvaguardia potrebbe prendere il via l’opzione donna in proroga. Sempre nel confronti delle donne va considerato uno sconto contributivo per il lavoro di cura, affermano Cgil, Cisl e Uil.
Pensioni notizie oggi: Ape social, chiesto ampliamento
Anche l’Ape social fa parte delle richieste che le parti sociali hanno formulato al governo. Per i gravosi gli anni minimi devono scendere da 36 a 30. In più vanno aggiunti all’elenco di beneficiari i lavoratori con contratto a termine. Così come i disoccupati che non hanno avuto il sussidio e gli autonomi con attività cessata. Da segnalare che anche su questo punto Damiano ha espresso parere favorevole, “vanno equiparati i contratti a termine a quelli a tempo indeterminato”.