La Bce lascia i tassi invariati: 0,15%. Draghi: “La ripresa è moderata”
“La ripresa è ancora moderata e la politica monetaria a breve sarà ancora più accomodante”. Parola del governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, al termine della riunione con il direttivo dell’organo da lui presieduto, conclusasi poco fa, in seguito alla quale è stato annunciato anche il mantenimento di un basso livello di inflazione durante i prossimi mesi, inflazione che riprenderà a salire gradualmente nei prossimi due anni.
Come riporta Repubblica sul suo sito, secondo l’ex governatore di Bankitalia “il Consiglio è unanime nel suo impegno a fare ricorso, se necessario, anche a strumenti non convenzionali per contrastare i rischi connessi con un periodo troppo lungo di bassa inflazione. Intanto, i tassi di interesse dell’Eurozona resteranno a questi bassi livelli per un periodo prolungato di tempo”. Infatti, proprio nella suddetta riunione si è deciso di lasciare i tassi di interesse allo 0,15%, al loro minimo storico, una decisione comunque già prevista dagli investitori, che ora attendono però una posizione più chiara da parte di Draghi in merito ai cosiddetti “T-LTRO”.
I T-LTRO (targated longer-term rifinancing operation) sono delle operazioni finanziarie di cui la Bce si fa carico al fine di garantire un dato livello di liquidità al sistema europeo. La durata di tali prestiti è generalmente quadriennale, la loro emissione è generalmente finalizzata a mantenere una giusta regolazione del denaro liquido, e non sono utilizzati dalla Bce per influenzare variazioni nei tassi. L’obiettivo sostanziale di questi strumenti è quello di far sì che una certa quantità di fondi possa essere destinate a famiglie. Il valore complessivo di questi titoli dovrebbe aggirarsi intorno i 1000 euro.
In attesa di conoscere le intenzioni della nuova Commissione Ue a guida Juncker in materia finanziaria, gli investitori chiedono ora garanzie a Draghi, e – come spiega il Sole24Ore – in molti chiedono una manovra più ampia, e che possa estendersi anche ai titoli di Stato. Staremo a vedere, nelle prossime settimane, se (e quanto) le istanze di sovranità monetaria statale di cui a Strasburgo si fanno portavoce centinaia di neoparlamentari influenzeranno le future scelte della Bce.