Cambio euro dollaro, valore in ribasso, le previsioni degli analisti

Cambio euro dollaro

Cambio euro dollaro, valore in ribasso, le previsioni degli analisti

Dopo mesi in cui l’euro si è rafforzato sul dollaro passando da 1,05 dollari per un euro di inizio anno a 1,2 questa estate ora siamo in stallo.

Assistiamo a una certa stabilità nel rapporto di cambio. E’ circa un mese che è rimasto al di sotto della soglia toccata al 20 settembre, anzi al di sotto del 1,18, fino a calare a 1,175 dollari ieri.

Questa fase di incertezza pare destinata a durare secondo gli analisti tra oscillazioni al rialzo o al ribasso. Almeno finchè non verrà scelto il nuovo governatore della Banca Centrale Americana.

La Yellen dovrà essere sostituita. Potrebbe essere però succeduta da sé stessa, essendo ancora nella rosa di nomi tra cui Donald Trump dovrebbe scegliere. Il favorito però pare essere John Taylor, un banchiere che ha fama di falco, e proprio per questo potrebbe piacere al presidente americano.

Con Taylor alla FED la maggior parte degli analisti prevede un indebolimento dell’euro.  Meno che non ritorni la Yellen naturalmente. Così, se fosse solo per le nomine alla Fed la previsione sarebbe la prosecuzione di un’oscillazione tra 1,15 dollari per un euro e 1,2

Ma non c’è solo la variabile FED

Cambio euro dollaro, il ruolo delle elezioni europee

E’ ovvio che ancora più che ciò che accade in USA può essere importante quello che succede nelle cancellerie europee. Per esempio le recenti elezioni austriache per alcuni osservatori hanno avuto il loro ruolo.

La vittoria della nuova OVP di Kurz, che porterà a un governo di alleanza con la destra della FPO, avvicinerà l’Austra ai Paesi più euroscettici del gruppo di Visegrad. Questo potrebbe rallentare il processo di unificazione europea e di conseguenza indebolire l’euro.

Anche la situazione di tensione tra governo spagnolo e indipendentisti catalani. E’ un fatto completamente nuovo in Europa, e siamo in una terra incognita, è chiaro che questa incertezza tiene lontano coloro che fanno trading sulle divise, ed è difficile pensare a un recupero della moneta unica su questi presupposti.

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