Cannabis ad uso medico: arriva il sì dalla Camera, ora al Senato
E’ finalmente arrivato il via libera dell’aula di Montecitorio sulla proposta di legge riguardante la coltivazione e la somministrazione della cannabis a scopo medico. I sì sono stati 317, i no 40 e 13 gli astenuti; a questo punto il testo passa all’esame del Senato.
Il testo, di cui è relatore Alfredo Bazoli del Partito democratico, va a fissare criteri uniformi sul territorio nazionale in termini di accesso, ricerca e sviluppo. Accesso che deve essere equo per tutti i pazienti; ricerca scientifica che deve essere sostenuta con l’obiettivo di ampliare gli impieghi medici della sostanza; sviluppo che deve essere applicato a tecniche e metodi di produzione e trasformazione al fine di semplificarne l’assunzione.
Contrari a questo tipo di proposta di legge sono stati i deputati di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, che questa mattina hanno infatti votato no. Ad astenersi invece sono stati quelli di Direzione Italia e Alternativa popolare.
Cannabis ad uso medico: ecco le novità
Ma quali sono le principali novità introdotte dal testo? Innanzitutto viene disciplinata la prassi della prescrizione medica; il dottore potrà infatti prescrivere medicinali di origine vegetale a base di cannabis per la terapia del dolore e non solo. Sulla ricetta dovranno essere indicate dose, posologia, modalità di assunzione e anche durata del trattamento, il quale non potrà superare i tre mesi. Tali prescrizioni dovranno essere monitorate da regioni e province autonome, le quali forniranno un report annuale all’Istituto superiore di sanità con i dati delle persone che usufruiranno del trattamento (età, sesso, patologia). Spetta inoltre a loro comunicare all’Organismo statale per la cannabis il fabbisogno necessario per l’anno successivo.
Chi fornirà questo tipo di farmaci? Da quanto stabilito nel testo, sarà il Servizio sanitario nazionale a prendersene carico nel caso in cui la prescrizione medica sia finalizzata alla terapia del dolore e ad altri impieghi autorizzati. Per tutti gli altri impieghi invece non è previsto rimborso, ma vale comunque un’aliquota Iva ribassata al 5%.
Per quanto invece concerne la coltivazione, essa sarà principalmente affidata allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Altri enti potranno importare e coltivare solo dietro autorizzazione. Per la coltivazione sono comunque stati stanziati 700mila euro. Infine, sono state previste specifiche norme che disciplinano campagne di informazione e aggiornamento periodico dei medici e del personale sanitario coinvolto nella terapia del dolore, nonché di promozione della ricerca di nuovi metodi di assunzione.
M5s: “Negare legalizzazione atto ipocrita del Pd”
Nonostante l’avvenuta approvazione del testo si sono levate voci critiche da parte del Movimento 5 Stelle, il quale contesta al Pd di aver invece fatto passi indietro circa la legalizzazione della cannabis.
“Il Movimento 5 Stelle ha votato favorevole per senso di responsabilità nei confronti dei tanti malati che chiedono un intervento in materia – si legge in una nota del movimento – sperando che il Senato possa approvare questa legge. Siamo contenti che, grazie anche alla nostra insistenza, per la prima volta si sia discusso alla Camera dei Deputati di legalizzazione della cannabis. E’ solo il primo passo, nella prossima legislatura l’argomento dovrà essere affrontato anche attraverso un referendum popolare consultivo“.
“Negare la legalizzazione – prosegue la nota – è stato l’ultimo atto ipocrita del PD, che permette alla criminalità di prosperare. Una scelta ideologica falsa e dannosa che non vuole vedere quanto sta accadendo a livello internazionale: la legalizzazione sta portando un sostanziale abbassamento dei reati, maggiori entrate fiscali, una diminuzione del consumo soprattutto tra i giovani”. D’altronde, era stata proprio la Direzione antimafia a dar conferma di questo, quando aveva parlato di “tempi maturi” per la legalizzazione.