I Fratelli Musulmani si preparano alle elezioni in esilio
I Fratelli Musulmani potrebbero presto avere una nuova leadership politica. Secondo quanto rivelato dal sito web arabo Arabi21, il movimento politico avrebbe in programma lo svolgimento di elezioni per il proprio organo di governo.
La repressione di al-Sīsī
Dopo essere stato duramente represso e messo fuorilegge nel 2013 dal leader egiziano al-Sīsī in seguito al colpo di stato contro Mohammed Morsi, il Movimento politico-religioso dei Fratelli Musulmani, fondato nel 1928 in Egitto, è stato costretto all’esilio estero. Attualmente è Ibrahim Munir a detenere la leadership dell’organizzazione, poiché Mohammed Badie, guida generale della Fratellanza, si trova imprigionato in Egitto.
Secondo quanto dichiarato ad Arabi21 da fonti del gruppo politico, Munir starebbe pianificando le elezioni interne per nominare nuovi membri del Consiglio generale della Shura, l’organo consultivo dei Fratelli Musulmani. L’obbiettivo di Munir sarebbe quello di raggiungere il quorum legale per poter così nominare una nuova autorità amministrativa del movimento. Intanto in Egitto continuano gli arresti di membri dei Fratelli Musulmani. Il Consiglio della Shura, composto originariamente da 117 membri, ha visto negli ultimi anni 53 dei suoi componenti arrestati.
Stando a quanto trapelato, gli attuali funzionari dei Fratelli Musulmani non potranno concorrere alle elezioni. Inoltre, Munir avrebbe proposto un limite massimo di età di 45 anni per i nuovi membri che andranno a comporre la Shura. L’attuale situazione del movimento politico, sempre secondo fonti interne, avrebbe infatti spinto Munir verso l’attuazione di una riforma dei comitati centrali, cercando la nomina di persone qualificate.
Opposizioni interne
Ma non tutti nel movimento hanno accolto con favore queste proposte. Alcuni membri del Consiglio, riferisce Arabi21, hanno infatti manifestato disaccordo con le proposte di Munir. Oltre a questi, si sono opposti anche alcuni componenti dell’organo amministrativo della Fratellanza che risiedono fuori dall’Egitto.
Inizialmente pianificate per lo scorso novembre, le elezioni erano però saltate a causa di disaccordi all’interno del movimento.