L’aereo del futuro rischia di rimanere a terra. La Marina e l’Aeronautica Usa hanno fermato i voli degli F35, il velivolo militare multiruolo della Lockheed Martin che dovrebbe essere acquistato anche dall’Italia. “Sono stati disposti ulteriori controlli sui motori dell’F35 e il ritorno alle operazioni di volo sarà determinato sulla base dei risultati” ha riferito il Dipartimento della Difesa con un breve comunicato.
Sotto esame finiscono i motori costruiti dalla Pratt & Whitney. La versione ufficiale parla di un problema avvenuto lo scorso 23 giugno in Florida, con un incendio scoppiato a bordo del velivolo durante la fase di decollo. Ancora sconosciute le cause del guasto. Quel che si sa invece è che non si è trattato di un caso isolato: il Washington Post ha scritto che un problema analogo c’era stato anche la settimana prima, quando un pilota aveva notato una perdita d’olio.
Probabilmente sarà cancellata anche la trasvolata dell’Oceano Atlantico per partecipare al Farnborough International Airshow e al Royal International Air Tattoo, due appuntamenti di rilievo nel panorama dell’industria militare mondiale, che si terranno in Gran Bretagna a partire dalla metà della prossima settimana.
Per l’F35 non è il primo inconveniente tecnico: problemi nel software, peso eccessivo, crepe, come ha ricordato l’agenzia Bloomberg. E di anno in anno, di ritardo in ritardo, i costo sono lievitati. Ogni esemplare ha raggiunto quota 160 milioni di dollari. È il programma militare più costoso mai realizzato nella storia degli Stati Uniti, ha ricordato il Sole 24 Ore.
Quello che accade oltre oceano ci interessa da vicino, visto che l’Italia dovrebbe acquistare sessanta F35 modello A (quello a decollo orizzontale convenzionale) e trenta F35 modello B (a decollo verticale, da impiegare sulla portaerei Cavour). Il ministro della Difesa Pinotti ha sospeso l’acquisto fino alla stesura del Libro Bianco della Difesa. Resta confermato solo l’acquisto di sei velivoli. Nel frattempo, anche negli Usa gli F35 resteranno negli hangar.