Sembra non essere cominciato con il piede giusto il semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea. Il giorno dopo il discorso inaugurale, ribattezzato “discorso Telemaco“, del premier Renzi a Strasburgo, ieri giornata ad alta tensione sull’asse Roma-Berlino. Non è piaciuta ai tedeschi la richiesta di “più flessibilità e meno rigore” a cui Renzi ha confermato di voler improntare i prossimi sei mesi a guida italiana dell’Europa. Un annuncio che suona come una minaccia, soprattutto per la Germania dell’austerity della cancelliera Merkel. A dare polvere alle polemiche era stata, la renziana di ferro, l’eurodeputata Simona Bonafè: “Terremo le orecchie dritte su quello che martedì prossimo ci dirà Juncker – facendo riferimento all’incontro del gruppo socialista in programma il prossimo martedì a Bruxelles – E vorremo capire quale sarà l’applicazione della flessibilità concordata dal Consiglio Europeo e scritta nelle conclusioni”, aveva avvertito la capolista del Pd nella Circoscrizione Centro, alla quale le parole del capogruppo tedesco del Ppe a Bruxelles, Manfred Weber (Cdu) non erano proprio piaciute.
In tarda mattinata, infatti, Weber aveva così commentato l’intervento del premier: “I debiti non creano futuro, lo distruggono e chiederli e fare riforme significa fare nuovi debiti”. Non si è fatta attendere la replica della Bonafè che ha ribadito la posizione del Pd: “Abbiamo sempre detto e messo in atto, che noi guardiamo ai contenuti prima che alle persone. E i contenuti ci devono convincere” ha sentenziato la Bonafè, la più votata in assoluto alle Europee. Nemmeno Renzi, di ritorno da Strasburgo, ha mancato di rispondere a Weber: “Se qualcuno immagina di venire a fare lezioni all’Italia, ha sbagliato posto – ha replicato Renzi – Per me conta quello che mi ha detto la Merkel. Con lei e con Juncker siamo d’accordo”, ha dichiarato il premier.
Ma, col passare delle ore, la questione europea si è trasformata in un botta e risposta fra Italia e Germania. Ad ammonire il premier Renzi è intervenuto prima il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann: “Renzi ora ci dice cosa fare ma fare più debiti non è il presupposto della crescita”. Dello stesso tono le dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble: “Rifiuto il tema della flessibilità. Abbiamo bisogno di crescita questo sì, e di investimenti”. “”Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato Paese. Sicuramente ha sbagliato governo“, questa la replica fatta filtrare da Palazzo Chigi in tarda serata.
A placare i toni, arrivano le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Federica Mogherini. Ai microfoni di Radio Capital, stamattina, la responsabile Esteri ha negato che ci sia una crisi tra Italia e Germania, e assicura che anzi c’è un “filo diretto tra Roma e Berlino”. “C’è una discussione politica che attraversa tutti i paesi sul modo in cui va interpretato il Patto”, ha spiegato Mogherini. Su questo si gioca la possibilità “che l’Europa esca dalla crisi”, ha aggiunto il ministro che ha ribadito che c’è un buon rapporto di collaborazione con il collega tedesco. Relazione, altrettanto solida, tra il presidente del Consiglio e la Cancelliera Merkel, assicura la Mogherini. “Importante è capirsi”, ha concluso ribadendo: “vogliamo uscire dall’idea che c’è un sud e un nord in Europa. Abbiamo obiettivi comuni”, assicura la responsabile Esteri. A fare eco al ministro Mogherini, il responsabile dell’Economia, Pier Carlo Padoan: “Non c’è nessun problema con la Germania. Ieri ho avuto un lungo colloquio con il mio amico Schaeuble. Non c’è nessun problema”.
Carmela Adinolfi