Referendum Lombardia e Veneto: il flop del voto elettronico

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Referendum Lombardia e Veneto: il flop del voto elettronico

E’ stato un vero e proprio flop quello del voto elettronico, utilizzato per la prima volta domenica scorsa nel referendum per le autonomie regionali in Lombardia e Veneto. Una rivoluzione in cui erano state riversate molte aspettative, tra cui quella di velocizzare lo scrutinio. Ma non è accaduto e, inoltre, sembrano non esser mancate difficoltà di diverso genere.

Tutto il personale di seggio racconta infatti di essere rimasto bloccato sino a tarda notte a seguito delle tante criticità connesse ai dispositivi di e-voting (tablet). Tuttavia, la mattina successiva, non era ancora disponibile un dato certo e definitivo riguardo l’affluenza alle urne; il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha per tale ragione dovuto spostare più di una volta l’orario della conferenza stampa riguardante l’esito della votazione.

Referendum autonomie, le criticità dell’e-voting

Durante la metà mattinata di ieri è poi arrivata la rassicurazione di Maroni. “E’ andato tutto perfettamente, abbiamo avuto un problema con 300 chiavette su 24mila tablet”, ha dichiarato il governatore lombardo mentre forniva i dati sull’affluenza. A votare con il nuovo sistema elettronico sono stati il 38,33% degli aventi diritto. Di questi, il 95,29% ha detto sì all’autonomia regionale.

I principali problemi hanno iniziato a manifestarsi alla chiusura dei seggi, quando appunto cominciava la vera e propria “analisi” del voto. Molti dei tablet erano stati settati in modalità “test” anziché “voto” e, in aggiunta, sono stati utilizzati gli stessi pin di accesso per più dispositivi (ognuno ha il suo). Tutto questo ha generato dei blocchi sia nella registrazione del voto che, di conseguenza, nella lettura del voto registrato sulle chiavette usb connesse con la voting machine. A tutto questo si è inoltre aggiunta l’impreparazione dei “digital assistant”, persone formate da Manpower con lo scopo di essere di supporto al personale di seggio.

Referendum autonomie, Pd: “Maroni chieda scusa”

Al Pd comunque non sono bastate le rassicurazioni del governatore lombardo riguardo il flop del voto elettronico. “ll sistema che ci doveva portare nel futuro ci porta invece ad un passato lontano – ha detto il segretario regionale democratico Alessandro Alfieri – E’ passata una notte intera e ancora non ci sono i risultati. Dopo aver festeggiato il superamento del 40 per cento, il sito della Regione dice che siamo al 38 per cento. Maroni deve chiedere scusa. Qualcosa non ha funzionato e la Regione deve mettere da parte l’arroganza”. La risposta di Maroni non si è fatta attendere: “Non devo chiedere scusa a nessuno, semmai lo deve fare chi ha invitato a non votare”.

A seguito del risultato del referendum Maroni ha invitato il Pd “a lasciar fuori la politica” per iniziare una vera discussione con il governo sull’autonomia. Non solo, nonostante le difficoltà avvenute durante il battesimo dell’e-voting, Maroni insiste che debba essere usato anche per le prossime elezioni politiche.

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