Immigrati Italia, che titolo di studio hanno e dove lavorano
L’ultimo dossier sull’immigrazione di Idos contiene dati, prelevati da ISTAT o Eurostat, che in parte già conosciamo, ma mesi insieme in modo organico, e danno un quadro completo, sotto molteplici punti di vista della situazione attuale.
Abbiamo già parlato del numero di immigrati in arrivo negli ultimi mesi e anni, di quanti hanno avuto la cittadinanza e si sono naturalizzati.
Ma dopo essere giunti in Italia cosa fanno?
Prima di vedere i dati sul lavoro dobbiamo capire il loro background prevalente. Per esempio quale è il loro titolo di studio?
Innanzitutto ci sono meno immigrati che italiani che hanno una licenza elementare o nessun titolo di studio. Solo l’11,5% contro i 20,7%. Qui c’entra l’età. Ci sono pochissimi anziani tra gli stranieri e ormai solo loro hanno una istruzione così bassa.
Invece c’è una incidenza maggiore di persone con licenzia media o il diploma, quasi il 40% tra gli stranieri. Meno che tra gli italiani i laureati, il 10,3%, contro il 12,9% degli autoctoni. ricordiamo che la percentuale di laureati in Italia è la minore in Europa, quindi la differenza limitata tra italiani e stranieri in realtà è causata più che altro dalla scarsa propensione degli italiani verso l’università.
Immigrati Italia, più occupati tra gli stranieri
Gli stranieri lavorano di più, il tasso di occupazione è del 59,5%, quella italiana del 57%. In realtà è quella nostrana ad essere veramente bassa in base alle medie europee. E’ un dato che deriva in particolare dalla bassissima occupazione, specie femminile, al Sud, dove vi sono anche meno stranieri.
Gli stranieri hanno però un salario minore, il 10,5% di lavoratore di origine allogena prende 999€ al mese in media contro i 1372€ degli italiani.
Ci sono anche più disoccupati tra gli immigrati, il 15,4% contro l’11,2%. Di fatto sono meno gli inattivi, coloro che non cercano lavoro, magari perchè già pensionati prima dei 65 anni o studenti universitari.
Sono anche di più i sovra-istruiti per la mansione che svolgono, il 27,4% contro il 22,2%, spesso perchè non ci sono accordi di equi-pollenza per i titoli di studio. E parallellamente di più anche i sotto-occupati
Sulla base di queste condizioni vediamo che gli stranieri, come gli italiani, lavorano soprattutto nei servizi, nel terziario. Ma in modo più che proporzionale in alcuni ambiti come alberghi e ristoranti, il 10,2%, nei servizi alle famiglie, per esempio badanti o colf, nel 23,2% dei casi. In quest’ultimo settore gli stranieri sono il 75% degli occupati.
Il 10% poi è nell’edilizia, e il 17,5% nell’industria, in particolare al Nord.
Infine il 6,1% sono nell’agricoltura.
Immigrati Italia, ma ci sono anche mezzo milione di imprese di stranieri
Molti immigrati però sono imprenditori. Anzi tra il 2011 e il 2016 sono state proprio le loro imprese a crescere di più con un +25,8%, mentre quelle degli italiani calavano del 2,7%.
In gran parte si tratta di aziende piccole e micro, nel commercio o nei servizi, il 60,5%. Negozi di alimentari, parrucchieri, ecc. Ma vi è anche un 7,1% nell’industria e un 22,9% nelle costruzione.
Non sono i cinesi al primo posto tra gli imprenditori in realtà. Ma i marocchini. Sono 70 mila contro i 55 mila provenienti dalla Cina. Poi rumeni e a distanza albanesi e bengalesi.