Sondaggi elettorali Ipsos: su il centrodestra ma niente maggioranza
Sondaggi elettorali Ipsos: su il centrodestra ma niente maggioranza
Un centrodestra in buona salute, Pd e M5S in difficoltà; un’unica certezza: difficile trovare una maggioranza di governo con la nuova legge elettorale. Questa la fotografia scattata dall’ultima rilevazione di Ipsos per il Corriere della Sera. Secondo l’istituto di Nando Pagnoncelli, infatti, ad oggi i Dem non superano il 25,5%; un netto calo di consensi, quantificabile in “circa 5 punti in meno rispetto ai risultati migliori degli ultimi mesi”. Se il Pd piange, il Movimento 5 Stelle non ride. La forza elettorale dei pentastellati è stimata da Ipsos nella misura del 27,5%; anche qui si sottolinea una forte contrazione dei consensi rispetto agli ultimi mesi.
Da una parte i rapporti difficili tra Renzi e Gentiloni, conditi dai casi Ius soli e Visco; dall’altra, la scelta di puntare su Di Maio come premier e conseguenti frizioni interne, più le indagini sull’Appendino e le voci sulla “scissione” del Blog di Grillo. Tutti questi elementi hanno alimentato un certo malumore negli elettorati delle maggiori forze politiche del paese si analizza da Ipsos. Sullo sfondol il centrodestra. Ancora una volta, nonostante problemi analoghi, si sta compattando in vista del voto.
Sondaggi elettorali Ipsos: su il centrodestra ma niente maggioranza
“La stima dei seggi non fa che confermare le tendenze; con il centrodestra che arriverebbe a quota 248, il Pd, in calo, a 162, la sinistra con 25 seggi complessivi, ammesso che i diversi elettorati riescano davvero a sommarsi; i Cinquestelle a 178” scrive Pagnoncelli sul Corsera. Dunque, data la situazione, trovare una maggioranza con il Rosatellum di recente approvazione appare quantomeno complicato. Anche considerando l’ipotesi larghe intese. Il perché lo spiega sempre il direttore di Ipsos: “innanzitutto gli elettori si sentiranno espropriati del loro diritto di decidere chi governerà; in secondo luogo è molto probabile che con una maggioranza trasversale l’azione dell’esecutivo possa assumere le caratteristiche di un «compromesso al ribasso» piuttosto che quelle di un governo di scopo; da ultimo, le divisioni presenti nel Paese e l’affievolimento del senso di identità nazionale potrebbero ostacolare la definizione di processi unitari”.
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