Assassinio Kennedy: cosa è emerso dai files. Oswald non era solo

Pubblicato il 29 Ottobre 2017 alle 08:30 Autore: Francesco Somma
assassinio kennedy, John e Bob Kennedy

Emergono nuovi retroscena sull’assassinio Kennedy. Il Presidente americano Donald Trump da applicazione alla legge del 1991 promulgata da Bush senior. La norma prevedeva la possibilità di declassificare i documenti, salvo problemi di sicurezza nazionale, dopo 25 anni di segretezza. Ma cosa c’è realmente nei files che fino a pochi giorni fa erano considerati top secret?

Assassinio Kennedy: in onda l’ennesima puntata intrisa di mistero e complottismo?

La telefonata sull’attentato di Dallas, il secondo cecchino, il ruolo dell’FBI e di Hoover, Johnson e il progetto di Bob Kennedy per uccidere Castro. Sono questi gli spunti offerti dai documenti che, fino a pochi mesi fa, risultavano classificati. Le polemiche che da anni accompagnano e ossessionano gli americani, crescono, ora più che mai. A far compagnia a queste ultime ci pensano le pressioni di Cia e FBI per evitare la declassificazione. Una parte dei documenti sull’assassinio di Kennedy infatti non è stata resa pubblica. Sui files sarà necessaria una ulteriore analisi per un termine massimo di sei mesi.

Assassinio Kennedy: il contenuto specifico dei documenti

Dalla documentazione degli archivi nazionali si evince come Edgar Hoover, direttore dell’FBI, non gradisse il clima che si stava creando attorno all’accadimento. L’FBI aveva ricevuto anche una telefonata in cui si annunciava un imminente complotto ai danni di Oswald. Emerge inoltre dai documenti segreti che Hoover non gradiva una commissione d’inchiesta presidenziale, preferiva piuttosto a quest’ultima una relazione del dipartimento di Giustizia. Il vicepresidente Johnson non diede nessun ascolto ad Hoover. Ad una settimana dall’omicidio, nominò la commissione Warren, che lavorò pochi mesi concludendo che Oswald e Jack Ruby erano stati i soli responsabili dell’assassinio.

Le preoccupazioni dell’Unione Sovietica e il memorandum del Kgb

Dall’altra parte del mondo i sovietici erano certi, che dietro l’assassinio Kennedy ci fosse Johnson. Fecero per primi il passo facendo arrivare un documento redatto dal Kgb all’FBI in cui dichiaravano di avere prove sul ruolo di Johnson nell’assassinio. Ma per quale motivo i sovietici fecero tale mossa? Questo aspetto era chiaro anche prima della rivelazione dei documenti. L’Unione Sovietica temeva un’accusa, che avrebbe legittimato una probabile guerra, da parte degli Stati Uniti. Oswald infatti aveva vissuto per 3 anni in Unione Sovietica, aveva una moglie russa e aveva mantenuto legami col Kgb. Il memorandum sovietico inoltre, menzionava sia Bob che Ted Kennedy, lasciando intendere che fosse addirittura un complotto organizzato in famiglia.

Assassinio Kennedy: l’ipotesi della vendetta

Leggendo i files ci sembra quasi di rivivere il clima da guerra fredda che era nell’aria al tempo dei fatti. A confermare questa sensazione sono le parole di Richard Helms, direttore della CIA del presidente Johnson. Helms dichiara che il presidente Kennedy era stato ucciso per vendetta, in risposta all’assassinio voluto dalla Cia, del presidente del Vietnam del Sud. La storia infine si conclude in Inghilterra, dove un giornalista del Cambridge news aveva ricevuto una telefonata trenta minuti prima degli avvenimenti di Dallas. Ancora oggi il nome del giornalista è sconosciuto al pubblico. Tuttavia nel rapporto del vicedirettore Cia si afferma che i servizi segreti inglesi avevano già identificato il reporter e che egli era una persona affidabile.

Francesco Somma

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L'autore: Francesco Somma

Classe 1994, laureato in SPRI e attuale studente di Politiche per lo Sviluppo e Cooperazione Internazionale all'UniSA. Credo nel potere delle parole e nella politica come strumento per migliorare il mondo.
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