“Io non dispero che ci possano essere dei miglioramenti nelle parti più delicate del progetto di legge. Ma deve essere chiaro che questo può avvenire solo con l’accordo di tutti”. Lo dice, in una intervista a La Repubblica, il vice presidente della Camera Roberto Giachetti, a proposito del confronto in atto sulla riforma della legge elettorale. “L’altra cosa chiara -aggiunge l’esponente del Pd- è che questo testo è stato approvato a maggioranza dalla direzione del Partito democratico e dai gruppi parlamentari. Questa è la posizione del partito e tutti si devono attenere a questa. A meno che non mi si venga a dire che anche sulla legge elettorale scatta l’obiezione di coscienza”. “Sarebbe molto positivo -sottolinea tra l’altro Giachetti- se la politica, e in particolare Berlusconi che è il più restio, si rendesse conto del valore che potrebbe avere coinvolgere i grillini che rappresentano il 20 per cento del Paese. La loro proposta, secondo me, è impraticabile, ma sollevano il tema reale della scelta dei candidati. Allora, se superiamo il limite che c’è adesso su questo tema, sono pronto alla battaglia per l’uninominale. Io introdurrei i collegi uninominali piuttosto che le preferenze. Detto questo è chiaro che ogni modifica deve passare con l’accordo delle parti che hanno sottoscritto l’accordo”, conclude Giachetti.
Ma i frondisti del Pd non hanno alcuna intenzione di retrocedere o di scendere a patti e chiedono che l’Italicum venga modificato quasi totalmente. “È ormai opinione diffusa, in tutte le forze politiche, che l’Italicum vada modificato, a mio avviso profondamente” dichiarata il senatore del Pd Vannino Chiti, con riferimento in particolare alle soglie e alle liste bloccate della legge elettorale nata dal patto del Nazareno. “Serve una buona legge elettorale per la Camera – non fantasiose invenzioni, i buoni modelli si conoscono – e il superamento del bicameralismo paritario con un Senato eletto dai cittadini in concomitanza con il voto per i consigli regionali”.