Riforma pensioni: Ape e precoci, Legge di Bilancio amplia i beneficiari

Pubblicato il 30 Ottobre 2017 alle 12:06 Autore: Daniele Sforza
Riforma pensioni, Ape sociale e precoci: aumentano beneficiari

Riforma pensioni: Ape e precoci, Legge di Bilancio amplia i beneficiari.

Sul fronte riforma pensioni le ultimissime riguardano l’estensione della platea di beneficiari per quanto riguarda Ape sociale e pensione anticipata. Tuttavia, sono poche le grandi novità. E mancano diversi temi che sono stati approfonditi negli ultimi mesi m anche non hanno trovato spazio nella nuova Manovra. Martedì la Legge di Bilancio 2018 arriverà in Senato per l’inizio della discussione parlamentare e potrebbero verificarsi dei correttivi su alcuni “buchi”. Ovvero, su alcune questione sulle quali, nonostante se ne sia ampiamente parlato nei mesi scorsi, non hanno trovato nero su bianco nella Manovra. Difficile tuttavia pensare a nuove misure, soprattutto dopo che il ministro Poletti, circa una settimana fa, aveva escluso la previdenza dall’elenco delle priorità governative.

Riforma pensioni, Ape e pensione anticipata per precoci: le ultime novità

La nuova Legge di Bilancio 2018 include un ampliamento dei beneficiari per quanto riguarda l’Ape sociale e l’accesso alla pensione anticipata per i precoci. Più nel dettaglio, si nota come per accedere all’Ape sociale, la manovra abbia attuato uno sconto sui requisiti contributivi per le madri equivalente a sei mesi per figlio fino a un limite massimo di 2 anni. Le madri che hanno quattro figli potranno quindi chiedere l’Ape sociale a partire da 63 anni e un minimo di 28 anni contributivi, anziché 30. Allo stesso modo, per i lavori gravosi, il limite scende a 34 anziché a 36.

L’accesso alla pensione anticipata con 41 anni di contributi per i precoci spetterà anche a chi ha effettuato almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima dei 19 anni. Un anticipo che contribuisce a estendere ulteriormente la platea di beneficiari.

Non solo. Anche ai lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione a causa della naturale scadenza di un contratto a termine sarà consentito di accedere all’Ape sociale e al beneficio per i precoci. L’unica condizione equivale ad almeno 18 mesi di lavoro dipendente nei 3 anni prima del termine del rapporto lavorativo. Quindi, non solo i disoccupati licenziati per causa indipendenti dalla loro volontà rientrano tra i beneficiari, ma anche quei disoccupati che si sono trovati senza lavoro dopo il termine naturale di un contratto a tempo determinato.

Riforma pensioni, Ape social e precoci: cosa manca

Tra le parti mancanti nella Legge di Bilancio, nonostante le ampie discussioni sul tema, figura l’assenza di decisione sull’aumento dell’età pensionabile per quanto riguarda i lavori più gravosi. A cui si aggiunge la valorizzazione del lavoro di cura a fini previdenziali, altro tema ampiamente dibattuto nelle scorse settimane. Assenti anche i riferimenti all’ottava salvaguardia. Nonché alla proroga dell’opzione donna. Su questi ultimi temi i sindacati avevano ampiamente richiesto un confronto con il Governo, ma per il momento non sembra esserci nulla che ne indichi la fattibilità nella nuova manovra. Potrebbero esserci delle misure correttive che vadano a introdurre le novità di cui sopra, oppure non se ne farà nulla. Di certo vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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