Rinnovo contratto statali: aumentano i requisiti, bonus Renzi al sicuro?
Come salvare il bonus Renzi mantenendo l’aumento promesso? La Manovra ha fornito una risposta a uno dei quesiti chiavi del rinnovo contratto statali. Come riporta il testo della Manovra, infatti, la soglia reddituale sale da 24 mila a 24.600 euro, e da 26 mila a 26.600 euro. Questa soluzione consentirà a tutti i dipendenti pubblici che superano i 26 mila euro di reddito di avere l’aumento previsto dal nuovo contratto, pur mantenendo il bonus 80 euro, che viene così sterilizzato. È questa dunque la soluzione definitiva che mette fine al “problema” bonus Renzi. Ma le notizie sul rinnovo contratto statali continuano a susseguirsi. Con l’incontro tra Aran e sindacati previsto per l’8 novembre (i negoziati partiranno dalla Pubblica Amministrazione centrale).
Rinnovo contratto statali: bonus Renzi salvo
Riepilogando, dal 1° gennaio 2018 il bonus Renzi potrà essere erogato in misura piena ai lavoratori con reddito fino a 24.600 euro. In misura parziale e proporzionata, invece, ai soggetti che guadagnano fino a 26.600 euro. La misura si applica sia ai lavoratori del settore pubblico, sia a quelli del comparto privato. Naturalmente, se si supera il reddito annuo di 26.600 euro, il bonus Renzi verrà meno in busta paga. Permane ancora nel 2018 l’impossibilità da parte dei lavoratori con redditi non tassati (inferiori a 8 mila euro) di beneficiare del bonus 80 euro.
Rinnovo contratto statali: parla Funzione Pubblica Cgil
Aspettando l’8 novembre, i sindacati promettono già battaglia. E mentre quelli del mondo scuola come Anief sono preoccupati di una firma troppo semplice su un contratto giudicato inadeguato – a cominciare dagli aumenti – le sigle sindacali di base puntano a un contratto innovativo. Finalizzato a “un nuovo protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori per migliorare i servizi ai cittadini”, ha affermato Funzione Pubblica Cgil. “Andremo al confronto forti di una condivisione delle organizzazioni sindacali confederali inerente le questioni centrali. E l’obiettivo di innovare il contratto e la contrattazione, assicurando più salario e diritti”.
Le richieste sono più o meno sempre le stesse. Con un “aumento del salario non inferiore a 85 euro mensili”. Affiancato da “relazioni sindacali più forti che ristabiliscono la superiorità del contratto sulla legge. Con rilancio della contrattazione in tutti i posti di lavoro e il ruolo delle Rsu”. Sotto la lente d’ingrandimento anche il miglioramento delle condizioni lavorative, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, le assenze regolari previste dal contratto (ferie, permessi, malattia). Last but not least, “il superamento del precariato, insieme al rafforzamento delle tutele”.