Matteo Orfini (Pd) su legge elettorale “Trovare soluzioni intermedie su preferenze”

Pubblicato il 5 Luglio 2014 alle 10:19 Autore: Gabriele Maestri

Matteo Orfini, presidente del Partito Democratico, sulla legge elettorale: “Con un impianto ipermaggioritario e questa riforma costituzionale, si corre il rischio che una minoranza del Paese prenda tutto, eleggendo il Presidente della Repubblica“. “Su questo ha ragione Bersani ed è possibile rafforzare i contrappesi. Non vedo, però, cosa c’entrino le preferenze. Anzi, le preferenze in Italia furono superate perchè in alcuni casi erano strumento che favoriva il malaffare”.

Così il presidente del Pd Matteo Orfini, in un’intervista a Repubblica, riflette sulle discussioni interne sull’Italicum. “Trovo curiosa l’idea che le preferenze siano lo strumento per bilanciare un eventuale eccesso di potere del premier e della maggioranza”. Quanto alle richieste della minoranza, “abbiamo sempre discusso approfonditamente al nostro interno. L’invito è a vivere questa discussione come Pd, senza dividerci tra maggioranza e minoranza. Cerchiamo soluzioni”, “ricordando che esiste un quadro frutto di un accordo con le altre forze politiche”. Sulle preferenze, continua Orfini, «si possono trovare delle soluzioni intermedie. La migliore sarebbe quella dei collegi. Se invece ci saranno liste bloccate, che siano almeno molto corte, sul modello spagnolo”.

orfini

E alla domanda se un’intesa con il M5S sia possibile, Orfini risponde: “Il patto del Nazareno nacque quando chiedemmo alle altre forze di collaborare per le riforme. Forza Italia disse sì, il M5S no. Ora Grillo ha cambiato idea e vedremo se è possibile una convergenza. È chiaro però che cerchiamo di allargare l’alleanza per le riforme, non di costituirne una alternativa”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
Tutti gli articoli di Gabriele Maestri →