Legalizzazione della prostituzione, quale è il panorama europeo nel 2017
Legalizzazione prostituzione, quale è il panorama europeo nel 2017?
Ci siamo già occupati della questione. Del resto è un tema sempre piuttosto caldo, non solo in Italia a quanto pare. Dopo la chiusura delle case di tolleranza nel 1958 una parte del mondo politico chiede una riapertura, per varie ragioni, sia sanitarie che economiche.
E a dimostrazione dell’attualità del tema vi è il diverso atteggiamento dei Paesi europei sull’argomento.
Si varia molto, come è evidente nella mappa del blogger Jakub Mariam. Si va da un divieto totale solo che per prostituta, però risolvibile con una multa relativamente bassa, al contrario a uno solo per il cliente
Vi sono poi vari livelli di tolleranza, da una legalizzazione completa con il permesso di istituire bordelli, a una che consente solo l’esercizio autonomo da parte delle prostitute, con tanto di tassazione. Alla deregulation di fatto con la punizione dello sfruttamento della prostituzione
In parte le differenze ripercorrono le divisioni culturali dell’Europa, ma vi sono anche alcune interessanti differenze, soprattutto tra i Paesi che da sempre sono considerati ugualmente progressisti
Legalizzazione prostituzione, in Francia ora il cliente è perseguibile
Vi è un blocco di Paesi in cui è tutto legale, bordelli compresi, da tempo, si tratta di alcuni Stati centro europei, con in testa la Germania. E poi Paesi Bassi, Svizzera, Austria. Ma anche, nonostante sia di religione musulmana, la Turchia.
Prostituzione legale anche in Ungheria e Lettonia, ma qui non è possibile fondare case di tolleranza, la prostituta deve esercitare solo autonomamente.
Vi è poi la folta schiera di Paesi che sono in un’area grigia, come Spagna, Italia, Polonia, Regno Unito, Belgio, ecc, in cui non vi è un divieto esplicito, se non quello di sfruttamento della prostituzione. E quindi della creazione di case chiuse. Non c’è alcuna regolazione.
Legalizzazione prostituzione, dove ci sono i divieti e per chi
Veniamo ora ai Paesi in cui vigono divieti. Questi sono di due diverse nature. A Est vi è la criminalizzazione solo della prostituta, per esempio in Russia, Ucraina, Lituania, Romania e in tutta l’ex Jugoslavia. Con tanto di multa, che però in alcuni casi è veramente lieve, per esempio di 30€ in Russia, di 8€ in Moldova. Non un grande disincentivo quindi.
Si arriva a 330€ in Romania e Serbia, con l possibilità di finire in carcere per alcuni giorni.
E poi vi sono i Paesi in cui si colpisce solo il cliente. Sono quelli in cui è prevalsa la visione femminista, per esempio in Svezia, in Norvegia, in Irlanda, Islanda, e dal 2017 anche in Francia.
In quest’ultimo Paese la multa per il cliente è di 1500€, e di 3500€ se c’è recidiva. In Svezia la multa è basata sul reddito, ma come in Norvegia c’è il rischio anche di 6 mesi di carcere.