Pensioni oggi, ultimissime: errori nella rivalutazione, nessun aumento?

Pubblicato il 8 Novembre 2017 alle 12:00 Autore: Daniele Sforza
Pensioni oggi, ultime notizie: errori rivalutazione e aumenti 2018

Pensioni oggi, ultimissime: errori nella rivalutazione, nessun aumento?

Sulle pensioni oggi tengono banco alcuni errori nella rivalutazione, come riporta Il Giornale. Infatti, secondo un’associazione legale, alcuni pensionati non avrebbero avuto quanto aspettavano. Il consiglio è dunque quello di controllare sempre l’assegno pensionistico. Quindi, fare le verifiche del caso e, in presenza di eventuali errori, fare ricorso per avere quanto spetta correttamente secondo il bonus Poletti.

Pensioni oggi, ultime notizie: perequazione pensioni

Partiamo dal principio. La Consulta si è recentemente pronunciata sulla rivalutazione della perequazione delle pensioni per il biennio 2012-2013. Il bilanciamento è tra i diritti dei cittadini e le esigenze economiche dello Stato. Il rimborso dovuto al blocco nel biennio sopraccitato, quindi, è stato solo parziale. Come ha spiegato il segretario FEDERSPEV Stefano Biasoli a Formiche.net, usando dure parole. “La Corte ha finto di ignorare che la Legge Renzi ha restituito ai pensionati circa il 12% della cifra ‘rubata’”. Ovvero 2,4 miliardi euro anziché i 24 sottratti ai pensionati dal 2012 a oggi. “La Corte ha finto di ignorare che il lodo Poletti non rispetta i principi di proporzionalità e adeguatezza del trattamento previdenziale”. Il riferimento è agli art. 36 e 38 della Costituzione. Inoltre, sempre la Corte, “ha finto di ignorare che il taglio pensionistico è una tassa non applicata con criterio proporzionale”.

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Pensioni oggi, le ultime: errori nella rivalutazione, quali?

Oltre al danno, la beffa. Stando a un recente articolo del Giornale, potrebbero esserci stati degli errori nella rivalutazione. Che sono andati a influire sull’assegno previdenziale. La Corte Costituzionale ne aveva stabilito l’indicizzazione al 100% per gli assegni fino a 3 volte al minimo. Al 40% per quelli compresi tra 3 e 4 volte. Poi al 20% tra 4 e 5, e infine al 10% tra 5 e 6.

Celeste Collovati, avvocato dell’Aspes, ha però avvisato la platea dei pensionati. “Verificate se in concreto l’Inps ha applicato il bonus Poletti a tutti quelli a cui spetta. Perché a quanto sembra non è sempre così. Un pensionato associato di Aspes che percepisce un importo lordo di 1.485,32 euro nel 2011 non ha ricevuto quanto spettato in base al decreto Renzi. Ad agosto 2015, infatti, avrebbe dovuto ricevere un importo di 711 euro secondo il Bonus Poletti”. Per questo motivo Collovati ha invitato tutti a verificare sulla pensione la corretta corresponsione del bonus Poletti.

Pensioni oggi, ultimissime: lievi aumenti nel 2018

Nel 2018 le pensioni avranno un incremento dell’1,2%. Questo al fine di recuperare l’inflazione indicizzata dall’Istat, in base al meccanismo di rivalutazione, che sarà in vigore solo fino alla fine del prossimo anno. In attesa del decreto ministeriale per l’ufficializzazione degli aumenti del prossimo anno, agli aumenti che saranno corrisposti fino a fine 2018 dovrebbero essere i seguenti (in grassetto):

  • Assegni fino a 3-4 volte il minimo: rivalutazione al 95% (+1,14%)
  • Assegni fino a 4-5 volte il minimo: rivalutazione al 75% (+0,9%)
  • Fino a 5-6 volte il minimo: rivalutazione al 50% (+0,6%)
  • Fino a 6 volte il minimo: rivalutazione al 45% (+0,54%)

Gli aumenti saranno comunque molto bassi. Per fare qualche esempio, l’assegno minimo potrebbe salire da 501,89 a 507,92 euro mensili. Inoltre, come scrive l’Avvenire, “è molto probabile che l’Inps stabilisca il riconoscimento di una perequazione ridotta. Al fine di recuperare quel debito dello 0,1% che i pensionati si portano dietro da due anni”. Questo a causa di un indice di rivalutazione provvisorio per il 2015 superiore di 0,1 punti percentuali a quello definitivo. Da qui il recupero a debito sulle pensioni che sarebbe dovuto partire l’anno seguente, ma che la Legge di Stabilità prima e il Decreto Milleproroghe poi, hanno rinviato proprio al 2018.

Il meccanismo di rivalutazione tornerà stabile (ovvero, ai livelli del 2001) a partire dal 2019. Per gli assegni fino a 3 volte il minimo, l’indicizzazione sarà al 100%. La rivalutazione sarà invece al 90% per gli assegni fra 3 e 5 volte il minimo. Mentre si scenderà al 75% per quanto riguarda i trattamenti pensionistici più alti.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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