Riforma pensioni: vitalizi parlamentari, ddl Richetti respinto? Ecco perché.
Quali novità sul fronte riforma pensioni? Le ultime notizie virano sui disegni di legge, e in particolare sul ddl Richetti. Priorità dei pensieri di Renzi, ma non di tutto il Partito Democratico. Non ci sarà un voto compatto e alla fine il disegno di legge sull’abolizione dei vitalizi e sulla nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei parlamentari potrebbe essere respinto in Senato.
Riforma pensioni, ddl Richetti: la priorità di Renzi
Le voci che circolano sono contraddittorie e bisognerà attendere il voto in Senato per cantare funerali. Ma al momento gli umori sono tempestosi. Ad alcuni esponenti PD non è andato giù che, dopo la sconfitta alle elezioni regionali siciliane, Renzi abbia messo come primo punto all’ordine del giorno della direzione Pd proprio il tema dei vitalizi. Secondo alcuni sondaggi interni ai Dem, come riporta La Voce d’Italia, sembra proprio che i punti chiave su cui puntare per convincere l’elettorato siano i seguenti. Vitalizi, Banche e Ius Soli. E quindi non è un caso che i vitalizi diventino prioritari per Renzi, anche in tema di campagna elettorale. Soprattutto perché è uno degli epicentri dove poter giocare contro il M5S sullo stesso terreno.
Resta il fatto che il risultato siciliano non abbia prodotto enormi scossoni. Il livello di astensionismo è stato elevato, e il Partito Democratico ha preso più o meno la stessa percentuale di voti delle ultime elezioni. Chi vuole il confronto su un tema passato e, forse da alcuni, già archiviato, rischia di restare a secco. Il tema su cui discutere all’interno del PD è il futuro: le prossime elezioni. E quindi bisognerà operare sulla persuasione dell’elettorato. Ad esempio attraverso i vitalizi. E dunque il ddl Richetti, che però rischia di fare una brutta fine.
Riforma pensioni, vitalizi: ddl Richetti sarà respinto?
Il voto è incerto. Il risultato, al momento attuale, un po’ meno. Visto che si rischia di non raggiungere la maggioranza. Anche perché il PD non voterà unitario, assecondando la volontà di Renzi. E pertanto il disegno di legge potrebbe non essere approvato in Senato. Soprattutto se dovesse restare così com’è. Su di esso veleggiano ombre populiste e verbali da campagna elettorale.
La pensa così Lucio Malan, senatore di Forza Italia, che denuncia alcuni profili di incostituzionalità del ddl. E anche la messa in pericolo delle “pensioni maturate dagli italiani col retributivo”. A difendere i “principi costituzionali” ci pensa anche Francesco Colucci, di Area Popolare. Sul tavolo di discussione, infatti, ci va anche il sistema di ricalcolo col sistema contributivo. Che andrebbe a creare un pericoloso precedente per tutti i cittadini e potrebbe quindi influire anche sulle loro pensioni.
È questo il pensiero che naviga tra le teste di alcuni democratici. Che sposeranno la corrente di Ugo Sposetti, pronto a rimettere mano al ddl cancellandone di fatto il senso. In primis, sopprimendo l’articolo 1. Ovvero quello che contiene tutto il senso del ddl. Ma non solo, visto che la richiesta di Sposetti consiste anche nell’abbassamento dell’età pensionabile dei parlamentari a 63 anni. Insomma, alcuni temi che diversi democratici definiscono populisti, ma che potrebbero seriamente compromettere la partita elettorale tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.