Un piccolo spiraglio di luce per l’economia italiana arriva dalle cambiali. Secondo l’elaborazione effettuata da InfoCamere, nel primo trimestre del 2014 sono diminuite le cambiali non pagate. I “protesti” sono in calo del 23.5%, attestandosi a quota 247 mila. Scende anche il valore complessivo delle cambiali non pagate, passando da 750 milioni a 500, valore calcolato nell’arco di un periodo di dodici mesi.
LE ALTRE CIFRE – A calare è anche l’importo medio dei titoli protestati, che passa dai 2.315 euro del 2013 agli attuali 2.043. Diminuisce dunque sia il numero che il valore delle cambiali, così come gli assegni bancari (-27.5%) e le tratte – da 2.689 a poco più di 1.700, con una diminuzione da 10 milioni di euro a poco meno di 7.
GEOGRAFIA – Dal punto di vista geografico, a trainare la diminuzione dei protesti sono le regioni del Centro, con un calo del 29% rispetto al primo trimestre 2013, una discesa che ha contrassegnato tutte le Regioni della zona dal Lazio (con il calo maggiore: -31.5%) all’Umbria (con il calo minore: -23,4%). Il numero ed i valori più elevati si riscontrano invece in Lombardia, Campania e Lazio, che insieme rappresentano oltre il 44% di tutto l’insoluto nazionale per un valore complessivo di poco superiore ai 242 milioni di euro (48% del totale nazionale). I pagamenti insoluti mediamente più salati si registrano invece in Valle d’Aosta (3 mila euro) e Liguria (2.600).
Andrea Turco