Sociologia: la dubitazione. Esperienza e composizione identitaria
Sociologia: la dubitazione. Esperienza e composizione identitaria
L’uomo e l’atto dubitativo. Si affrontano, su tre punti, la presentazione del breve saggio e di questa interpretazione del “tipo umano”:
• L’alterità e la conoscenza interattiva.
• Dubitazione costituente e funzione della risposta.
• Esperienza, composizione identitaria.
Esperienza e composizione identitaria
Avendo analizzato le componenti che sembrano comporre il processo cognitivo, si può giungere ora alle considerazioni sull’esperienza e la composizione identitaria: per esperienza si intende l’insieme dei dati e delle risposte ottenute ed analizzate, le quali non restano immutabili, sono continuamente modulate e ricomprese ( negli atti riflessivi, oppure al cospetto di nuove esperienze e così via), data la funzione della risposta, come ritorno ai dubbi ( un regno di dubbi derivati, infiniti nelle proprie declinazioni, ma non tutti comprensibili: in ciò abbiamo due agenti importanti e sono le esperienze del soggetto e le possibilità sociali), quindi le esperienze si muovono sulla presenza di dubbi posti al circostante e posti dal circostante.
L’identità di un soggetto si muove nei gradi di percezione e di ragione, quindi in presenza dell’alterità e dell’esperienza compiuta, in continuo compimento, della comprensione e ricomprensione del reale; si potrebbe definire la dubitazione come un infinità di ramificazioni e di possibilità a cui il soggetto si appella per percorrere il corso del suo personale ramo di dubitazione, definitorio delle tendenze dell’azione.
Punto esplicativo per gli addetti ai lavori.
Il seguente punto presenta riferimenti intuibili nell’articolo, indiziari per quello che risulta essere un tipo di ermeneutica sociologica al processo di definizione identitaria e processo gnoseologico.
Uno degli approcci teorici che risulta essere importante all’interno dell’articolo, deriva dagli insegnamenti di George Herbert Mead, la teoria espressa in “ Mind, Self and Society”; si può rintracciare all’interno di tale teoria l’importanza del concetto di “simbolo”, in molteplici declinazioni e derivati.
L’interazione con la realtà sociale estrapolata dall’atto dubitativo, così compreso ed espresso, si riferisce al modello teorico della razionalità dell’agire weberiano, la risposta ai quesiti del regno delle alterità conduce a rendere lecito una dubitazione definitoria di tendenze nelle possibilità dell’agire.
Sociologia: una prima conclusione
Tale processo analitico, espresso in questo tipo di ermeneutica, tende a porre un “tassello” nel mosaico teorico della sociologia della scienza e dell’identità. Si può, leggendo tra le righe, individuare una critica sostanziale all’esperienza cumulativa e lo stato di crisi come modificatore, considerando che l’atto di ricomprensione e di derivazione degli stati di dubitazione, pone in moto costante l’identità.
Si rintraccia in questo articolo un alter campo di ricerca privilegiato, una critica all’analisi delle comunità scientifiche ed una ricomprensione dell’interazione faccia a faccia.
La grande accusa di psicologismo si devia facilmente, basti considerare che l’alterità è socialmente determinata e l’interazione di un soggetto con il reale è di per sé un azione volta al sociale, la comprensione e la ricomprensione sono atti posti dall’attore sociale capace di dubitare, percepire e ragionare le proprie esperienze.
Mattia De Angelis