Fondi europei, le regioni che possono accedervi oggi, le differenze con ieri – mappe

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Fondi europei, le regioni che possono accedervi oggi, le differenze con ieri – mappe

In Italia sono spesso uno degli argomenti preferiti di chi lamenta sprechi di risorse e una mancata efficienza, altrove sono un indispensabile strumento per lo sviluppo e la costruzione di infrastrutture, sono i fondi europei. In particolare quelli strutturali e di investimento, che sono mirati al riavvicinamento tra le regioni più svantaggiate e quelle più ricche a livello di PIL ed occupazione.

La cosa ci riguarda da vicino perchè vi è il nostro Mezzogiorno nell’elenco delle aree che possono ricevere questi fondi.

Ma la mappa delle regioni dentro il programma è anche indicativo della crisi che il nostro Paese e altri hanno subito dal 2008 in poi. Soprattutto se messa a paragone con quella relativa al precedente programma di fondi, il 2007-2013. Attualmente siamo invece in quello 2014-2020.

Questo perchè a essere prescelte sono le regioni che sono al di sotto del 75% del PIL medio della UE. C’è poi un programma con meno risorse per quelle tra il 75% e il 90%, definite in transizione.

Fondi europei, più regioni italiane nei programmi

Tra il 2007 e il 2013 la Commissione Europea inserì di fatto quasi tutta l’Europa dell’Est nei programmi riguardanti i fondi strutturali, la differenza di reddito rispetto all’Ovest era molto grande. E così diverse regioni dell’Ovest uscirono dal programma, per questo furono inserite in una fase di “phasing”, ovvero di accompagnamento in cui i fondi venivano gradualmente ridotti. Si trattava della Castilla Leon, della Sardegna, di Valencia, della Grecia centrale, dell’Irlanda settentrionale, della Finlandia orientale.

Per il resto le aree più povere erano quelle che immaginiamo, tutta la Germania Est, tranne alcune aree in transizione, tutto l’Est tranne Praga e Budapest, metà della Grecia. E poi Sicilia, Campania, Puglia, Calabria, con la Basilicata in transizione. C’era anche il Portogallo, Lisbona esclusa, il Galles occidentale.

 

Dopo la grandi crisi, per il programma 2014-2020 alcune cose sono cambiate. In Italia anche Abruzzo e Molise sono entrate, seppure in transizione. E’ uscita la provincia di Varsavia e Bucarest. E’ uscita la Galizia in Spagna, ma soprattutto tutta la Germania Est è divenuta in transizione, come molte aree più rurali inglesi e francesi.

Questo perchè la crisi ha colpito meno che proporzionalmente regioni già ricche e quindi sono aumentate quelle relativamente povere. Dall’altro lato alcune aree sotto il 75% sono cresciute al di sopra di tale soglia, non in Italia, ma all’Est e in Spagna.

 

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