Fico Bologna: apertura e curiosità sul parco agro-alimentare di Farinetti
Inaugura tra due giorni, il 15 novembre, Fico, la Fabbrica Italiana Contadina. Ultima trovata di Oscar Farinetti, il padre di Eataly, Fico si configura come un vero e proprio parco agroalimentare presso l’ex mercato ortofrutticolo di Bologna. Il soggetto pubblico ci ha messo la sede, mentre quello privato i soldi. Infatti Fico nasce come società partecipata da Eataly World, Coop Alleanza 3.0 e Coop Reno.
Fico Bologna: cos’è di preciso
Il progetto Fico sorge sulle ceneri del Centro Agro Alimentare di Bologna (CAAB). Nel 2012 il presidente era Andrea Segré, ex professore di politica agraria all’Università di Bologna e ideatore del Last minute market, un mercato nato per recuperare e riciclare i prodotti invenduti. A quattro mesi dalla sua nomina, capito che il CAAB languiva e non avrebbe avuto futuro, Segré contattava Farinetti “per sviluppare l’idea del parco agroalimentare che da anni mi frullava nella testa”. Da qui l’idea di Fico. E ora che tutto si è realizzato, sarà proprio Andrea Segré a presiedere la fondazione Fico, che, commenta, “dovrà promuovere programmi di cultura della sostenibilità economica, sociale, ambientale ed alimentare”.
Fico Bologna: apertura e curiosità sul parco agroalimentare di Farinetti
Fico è stata immaginata come la “Disneyland del cibo”: 32 fabbriche di cibo contadine che producono carni, pesce, pasta, formaggi e dolci, oltre a una torrefazione del caffè; 47 punti di ristoro; 9 mercati; un teatro; un centro congressi; un albergo da 300 camere, quest’ultimo in cantiere. A questo si aggiungono, subito fuori dalla struttura, 22 campi coltivati, 200 capi di bestiame, dal maiale calabrese alla pecora di Altamura, una vigna, una tartufaia e un agrumeto.
Numerose le attività che si potranno svolgere: dalla semplice visita alla spesa, da giostre didattiche e interattive per grandi e piccini a visite guidate e corsi pratici. Da una partita a minigolf su un campo a forma di Italia a una partita a beach volley su una spiaggia, dove è possibile anche fare un aperitivo o bere un cocktail su sdraio.
Nei percorsi interattivi e nelle visite guidate, i visitatori avranno la possibilità di seguire l’intera filiera di un prodotto. Per esempio, prima di sedersi a tavola per mangiare un piatto di pasta, saranno condotti a vedere un campo di grano, la macinazione in uno dei due mulini a pietra e la nascita di una tagliatella in uno dei tre pastifici.
Fico Bologna è legato alla terra
“Sotto gli occhi dei visitatori presentiamo tutte le tappe della filiera del settore, dalla raccolta delle materie prime alla trasformazione nelle eccellenze alimentari del nostro Paese” racconta Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico, a Il Resto del Carlino. “Fico è un luogo, prima di tutto, di verità, legato alla terra. Nelle aree esterne – continua l’AD – ci sono orti, campi e il museo della civiltà contadina, per ricordarci le origini. Troviamo poi l’allevamento, con ben 200 tipi di animali, suini, vacche, galline e molto altro. Il tutto organizzato da grandi imprenditori italiani, dalla tartufaia di Urbani ai pollai Eurovo, solo per fare qualche esempio. E le vigne, con 60 vitigni messi a dimora”.
Fico Bologna: luogo aperto a tutto il mondo
A detta della Primori, Fico “sarà il luogo ideale per far capire quanto sia bello questo Paese e, ovviamente, per aumentarne la conoscenza nel mondo. Tra i nostri partner ci sono anche Ferrovie dello Stato, che realizzerà un trenino interno per gli spostamenti, e Poste Italiane. Da Fico Eataly World si potrà spedire in tutto il mondo”. Infatti, interrogata sul giro d’affari atteso attorno al progetto agroalimentare, l’AD risponde: “noi stiamo ragionando su un’ipotesi di 80 milioni di euro di fatturato del parco agroalimentare. È il più grande del mondo, un’attrazione unica, un grande orgoglio. Abbiamo investito molto sulla bellezza. Non a caso, all’ingresso ci sarà un totem con i 53 siti dell’Unesco”. Sul numero di visitatori, la stima è 6 milioni l’anno.
Nota interessante, non si paga alcun biglietto di ingresso. Inoltre, se si vuole, Fico potrà essere anche girata in bicicletta. Per raggiungerla, sono stati firmati accordi importanti, come con Trenitalia, partner della fiera. “Ci saranno collegamenti diretti da Firenze, Modena, Rimini” continua Primori. “Dalla stazione di Bologna partirà una navetta ogni 20-30 minuti per portare qui le persone. Mezzi ibridi finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con fondi europei e Tper”.
Fico Bologna: posti di lavoro e aumento del turismo
Per quanto riguarda i posti di lavoro, saranno settecento le persone impiegate direttamente, che diventeranno 3.000 contando anche l’indotto. “Ma in realtà Fico creerà posti in tutta Italia” afferma convinta la Primori a Il Resto del Carlino. “La nostra iniziativa punta ad aumentare il turismo e la possibilità di conoscere, e quindi vendere, i prodotti dell’eccellenza gastronomica italiana. Hanno visitato il cantiere centinaia di giornalisti e tour operator stranieri, sarà un grande richiamo”.
In conclusione, Fico sembra tante cose. Semplicemente un progetto, o un enorme supermercato. In alcuni tratti assume la fisionomia delle fattorie didattiche, in altre questo assume le sembianze di Expo 2015, sia nell’aspetto che negli obiettivi, oltre che nelle numerose critiche che già sono piovute su Fico prima ancora della sua inaugurazione. Per avere un’immagine più veritiera e concludente dovremmo dunque aspettare un po’ di tempo. In attesa, ricordiamo la “Dinseyland del cibo” aprirà le sue porte il prossimo 15 novembre. Il taglio del nastro sarà rimesso nelle mani del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.