Il vicepresidente della Camera Luigi di Maio (M5S) torna sulla lettera di risposta presentata dal Pd al Movimento sulla legge elettorale e, intervistato dal Corriere della Sera, apre a otto temi su dieci e riflette sull’incontro del premier Renzi con i Cinque Stelle: “Ci andremo consapevoli di essere davanti a una opportunità storica per cambiare l’Italia. Stiamo mettendo a punto e porteremo una proposta che modifica il Democratellum e sarà una svolta che non potranno rifiutare”. Quanto al doppio turno e al premio di maggioranza, “non siamo contrari a prescindere”.
L’estensione dei collegi? “Siamo disposti a rinunciarci, a patto che una norma più stringente escluda – eccetto per i reati d’opinione – i condannati dal Parlamento”. Si dichiara “d’accordissimo” con la richiesta del Pd di un controllo preventivo della nuova legge elettorale da parte della Consulta, “ma – continua Di Maio – con i tempi e modi che hanno proposto non si può fare”. Poi, continua il vicepresidente, “ci sono anche altri punti che si possono affrontare. L’abolizione del Cnel, per esempio, per noi è scontata”. Quanto al Senato “abbiamo appoggiato il ddl Chiti che già prevedeva quanto ci propone il Pd: una camera che non esprime la fiducia e non vota il bilancio. Bisogna fare però una riflessione sul perchè e in quali condizioni”. Ma è netto sul Senato elettivo: “Non vogliamo è un Senato di nominati”.
Ma l’apertura di Di Maio al Pd non basta. In una nota l’esponente della segreteria democratica, Davide Faraone, lo dice chiaro e tondo: “Va bene Di Maio, ma i 5 Stelle decidano se interloquire con la maggioranza o con Chiti. Siamo disponibilissimi, ma aspettiamo ancora risposta scritta e puntuale. Altrimenti inutile perdere tempo”