Paradise papers: lista nomi italiani, c’è anche Berlusconi
Paradise papers: lista nomi italiani, c’è anche Berlusconi
Oltre 13 milioni di documenti sottratti a due studi legali poi diffusi da un quotidiano tedesco. Si tratta dei Paradise Papers. Stanno mettendo in difficoltà personalità famose e grandi aziende in tutto il mondo. Descrivono le attività di società off-shore; tuttavia, almeno finora, non sono state rilevate particolari illegalità. Detto ciò, tali investimenti vengono sempre considerati “inopportuni” se si parla di politici. Sarebbero circa 120 quelli coinvolti in totale; nella lista – ancora incompleta – figurano diversi italiani.
I giornalisti di Report, nota trasmissione di Rai3, hanno aperto una spiraglio sulla parte italiana del caso. Spulciando l’elenco degli assistiti di un avvocato dello studio Appleby, l’italo-panamense Giovanni Camporaso, sono emersi i nomi, soprattutto, di piccoli e medi imprenditori. Non mancano, però, i “pesci grossi”: Silvio Berlusconi, il finanziere Andrea Bonomi, la famiglia Crociani e la famiglia Rovelli. Si affidavano ai servizi di Camporaso anche i Legionari di Cristo.
Paradise papers: lista nomi italiani, c’è anche Berlusconi
In particolare, l’ex Cavaliere avrebbe avuto a che fare con lo studio legale di Camporaso in relazione all’acquisto di uno yacht super lussuoso da Rupert Murdoch. Di proprietà della Morning Glory Yachting limited, l’imbarcazione misurava 48 metri. Sia a motore che a vela, due alberi, è un “gioiellino” uscito dai cantieri navali Perini di Viareggio; aveva persino un caminetto in salotto. L’affare si chiuse nel 1999 per quasi 28 miliardi e mezzo di lire. L’imbarcazione e la società proprietaria erano già registrate alla Bermuda; l’ex premier, via Fininvest, cambiò soltanto lo studio legale che gestiva entrambe. Scelse, appunto, Appleby, dunque, finì nei suoi elenchi. Fino a qui niente di illegale: yacht e società sono state del tutto visibili nei bilanci Fininvest fino all’anno scorso quando la prima è stata venduta e la seconda chiusa.