Riforma pensioni: età pensionabile, blocco è impossibile. Costa 3 miliardi.
Le ultime notizie sul fronte riforma pensioni riportano un’intervista del senatore PD Gianpiero Dalla Zuanna ad Avvenire. Si parla di un tema caldo degli ultimi mesi, ovvero lo stop all’aumento dell’età pensionabile. Un blocco che pare assolutamente impossibile, soprattutto dal punto di vista economico. Visto che verrebbe a costare una cifra attorno ai 3 miliardi. Insostenibile per i conti pubblici, con dirette conseguenze per lo stato di salute economica del nostro Paese. Già sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione europea.
Riforma pensioni: Dalla Zuanna sull’aumento età pensionabile
La riforma che regolarizza l’aumento dell’età pensionabile va difesa. Ma perché? È questa la domanda che Massimo Calvi (Avvenire) pone al demografo e senatore del Partito Democratico. La risposta è diretta e verte prevalentemente sulle cifre. Dalla Zuanna riporta infatti che l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita ha avuto come conseguenza la stabilizzazione della quota di Pil destinata alla previdenza. Rinunciare a tale riforma, sarebbe impossibile perché il mancato adeguamento influirebbe notevolmente sulla spesa.
“Un solo mese di sconto vale 600 milioni. Senza scatto, la maggiore spesa sarebbe di 3 miliardi”. Per il senatore, dunque, lo stop all’aumento dell’età pensionabile avrebbe delle conseguenze dannose su un duplice fronte. Da un alto “si dovrebbero pagare 5 mesi di pensione in più”. Dall’altro “si perderebbero anche i contributi che verrebbero versati da chi lavora”.
Riforma Pensioni: modifiche possibili?
Nonostante la strenua difesa dell’aumento dell’età pensionabile legato alle aspettative di Vita, Dalla Zuanna si rende anche consapevole di come alcune modifiche potrebbero essere necessarie. Sul tavolo di discussione ci sono già degli interventi sul tema su cui poi si dovrà decidere. “La speranza di vita non è uguale per tutte le categorie. E l’età della pensione deve tenerne conto. Pertanto vanno introdotti correttivi legati all’effettiva speranza di vita”. Il riferimento è ovviamente ai lavori gravosi, sui quali l’aspettativa di vita non è equiparata a quella dei lavori meno usuranti.
Al di là di questo, possono essere applicati dei correttivi alla riforma, senza che questi inficino i conti pubblici? Dalla Zuanna è chiaro sul tema. “Si dovrebbe cambiare il meccanismo che attualmente calcola l’età pensionabile in base a quanto è aumentata l’aspettativa di vita in un solo anno, rispetto a 2 o 3 anni prima”. Il senatore ha dichiarato di aver proposto di effettuare il calcolo su una media nel biennio. Ed è proprio questa ipotesi di soluzione quella su cui il governo sta ragionando.
Dalla Zuanna è dispnibile anche a ragionare sulla flessibilità in uscita. A un sistema che ad esempio faccia lavorare chi è arrivato a una certa età secondo altri meccanismi. Come la contemporaneità tra l’inizio dell’assegno pensionistico e la prosecuzione di un lavoro, magari part-time.